Invalidità all’80% e contributi figurativi: come funzionano, quando spettano e sono utili per il diritto e la misura della pensione? Ne parliamo in questo articolo.
In questo articolo vi parleremo di invalidità all’80% e contributi figurativi: come funzionano e quando spettano? (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Invalidità all’80% e contributi figurativi: a chi spettano?
Oltre alla pensione di vecchiaia anticipata per invalidità, che spetta ai lavoratori e alle lavoratrici invalidi/e dipendenti privati, con una percentuale di riduzione della capacità lavorativa pari o superiore all’80%, la legge prevede un ulteriore beneficio riconosciuto dall’articolo 80, comma 3, della legge numero 388 del 2000.
Parliamo della maggiorazione contributiva, rivolta ai lavoratori invalidi civili per qualsiasi causa, con un’invalidità superiore al 74%.
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- i lavoratori sordomuti;
- gli invalidi di guerra e civili di guerra;
- invalidi per causa di servizio nel rapporto di pubblico impiego con le amministrazioni statali o gli enti locali con invalidità ascritta alle prime quattro categorie della tabella A allegata al testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra (DPR 915/1978).
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Invalidità all’80% e contributi figurativi: come averli?
Come funziona questa maggiorazione? Iniziamo col dire che il beneficio è gratuito, ma non spetta automaticamente.
Il lavoratore, infatti, deve presentare un’apposita richiesta, allegando l’idonea documentazione, nel momento in cui inoltra domanda di pensione, come specificato dall’INPS con le circolari numero 29 del 2002 e 92 del 2002.
Invalidità all’80% e contributi figurativi: quanti sono?
Chi soddisfa i requisiti sopra indicati ha diritto a richiedere due mesi di contribuzione figurativa per ogni anno di lavoro effettivamente svolto, fino al limite massimo di 5 anni di contribuzione figurativa.
Ricordiamo che la maggiorazione spetta per i soli periodi di attività alle dipendenze di pubbliche amministrazioni o aziende private. Sono esclusi i periodi coperti da contribuzione volontaria, figurativa o derivante da riscatto, non correlato ad attività lavorativa.
Inoltre, il beneficio non è sfruttabile dalla generalità dei lavoratori autonomi e non è cumulabile con altre maggiorazioni contributive per le stesse menomazioni (ad esempio, la maggiorazione contributiva di 4 mesi riconosciuta, per ogni anno di lavoro svolto, ai lavoratori non vedenti, come specificato dalla circolare INPDAP numero 36 del 2003.
Invalidità all’80% e contributi figurativi: sono utili per la pensione?
I mesi o gli anni di maggiorazione contributiva sono utili ai fini del diritto alla pensione (in parole povere, fanno numero) e alla determinazione dell’importo delle pensioni calcolate con il sistema retributivo (contributi versati fino al 31 dicembre 1995).
Quindi, un lavoratore che ha svolto 12 anni di lavoro con un’invalidità pari o superiore al 74%, ha diritto a 2 anni di maggiorazione contributiva, da aggiungere all’anzianità contributiva maturata e da sfruttare nel calcolo dell’importo del suo assegno.
Invece, la maggiorazione contributiva per i lavoratori contributivi puri (coloro che hanno versato contributi solo a partire dal 1° gennaio 1996) è utile soltanto per il diritto alla pensione, ma non rientra nel calcolo dell’importo dell’assegno.
Faq sull’invalidità all’80%
Con quali malattie croniche è possibile anticipare la pensione fino a 11 anni?
Con queste patologie è possibile anticipare la pensione di 6 anni o 11 anni, tramite la pensione di vecchiaia anticipata per invalidità:
- cancro;
- disfunzioni cardiache;
- disfunzioni dell’apparato respiratorio;
- disfunzioni dell’apparato digerente (ad es. infiammazioni intestinali croniche);
- trapianto di organi;
- patologie renali;
- diabete mellito;
- amputazioni;
- malattie degenerative neurologiche (ad esempio, sclerosi multipla, morbo di Parkinson, epilessia, o anche patologie psichiche come depressione cronica o schizofrenia);
- completa o parziale sordità;
- completa o parziale cecità;
- sindrome di Down;
- sindrome di Patau;
- malattie rare (ad esempio, sindrome di Edwards, la fibrosi cistica, l’Aids, la talassemia, l’artrite reumatoide).
Come funziona la pensione di vecchiaia anticipata per invalidità?
Con una percentuale di invalidità pari o superiore all’80%, lo Stato consente ai soli dipendenti privati, con 20 anni di contributi versati dal momento in cui si è palesata la malattia, di accedere alla pensione di vecchiaia anticipata per invalidi civili.
In questo caso il pensionamento può essere anticipato fino a 11 anni sulla “tabella di marcia”. Infatti, alle donne, in possesso del requisito sanitario e contributivo, è concessa l’uscita a 56 anni di età (agli uomini a 61 anni). Va precisato che non è sufficiente il “requisito “semplice” riconoscimento dell’invalidità, ma va considerata la cosiddetta invalidità specifica, ovvero l’effettiva compromissione della capacità lavorativa in relazione alla mansione da lui svolta.
Con un’invalidità inferiore all’80% è possibile anticipare la pensione?
Sì, con il 74% di invalidità riconosciuta è possibile anticipare la pensione con 5 diverse soluzioni:
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