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PADOVA – Decine di pazienti con interventi non conclusi e finanziamenti senza prestazione. L’inchiesta sulla bancarotta fraudolenta della clinica dentistica “Ideasorriso” è terminata, ieri davanti al Gup Laura Alcaro, con il patteggiamento di madre e figlio amministratori unici della Mingardi Dental Center Srl e della Mingardi Medical Center Srl proprietarie di “Idea Sorriso” che deteneva una decina di filiali in tutta Italia.
Nadia Madotto di 54 anni (2 anni pena sospesa) e Manuel Mingardi di 36 anni (1 anno e 10 mesi pena sospesa) hanno in parte risarcito la curatela delle due società Mingardi per un totale di 170 mila euro, e quella di “Ideasorriso” con 20 mila euro.
I FATTI
La vicenda era salita alla ribalta delle cronache quando, nell’aprile del 2019, se ne era occupato il telegiornale satirico “Striscia la notizia”. Numerosi pazienti delle cliniche di Mestre e di Padova (una era anche a Treviso), dopo avere sottoscritto un finanziamento per le cure odontoiatriche e non avere mai goduto della prestazione, si sono rivolti all’ufficio legale di Adico per segnalare il problema.
Il 2 aprile del 2019 Manuel Mingardi, intervistato da “Striscia”, aveva motivato la chiusura della clinica di Mestre come le altre chiusure di quasi tutti i loro Centri a “problematiche di gestione” che hanno portato a “limitare il raggio di azione”.
LE SOCIETÀ
In merito alla bancarotta legata a “Ideasorriso”, dichiarata fallita dal Tribunale di Padova il 27 maggio del 2020, ha patteggiato solo Madotto come amministratore unico. La 54enne ha “falsificato il bilancio della società esponendo fatti non rispondenti al vero, ossia non procedendo alla necessaria svalutazione dei crediti verso i clienti”. I clienti erano la Mingardi Medical Center e la Mingardi Dental Center per un importo complessivo di 581 mila euro. Le due società sono state dichiarate fallite nel maggio 2019. Madotto, sempre in merito a “Ideasorriso”, ha falsificato in tutto o in parte con lo scopo di recare pregiudizio ai creditori, i libri e le altre scritture contabili della società.
Decine di pazienti, lasciati senza “sorriso”, hanno provato ad avere spiegazioni di quanto stava accadendo chiamando la sede di Padova di piazza Zanellato. Ma una voce registrata ripeteva all’infinito di “stare in attesa a causa delle innumerevoli richieste”. Di fatto a quel numero è stato contattato da tutti quei clienti-pazienti di mezza Italia rimasti a spasso per il default della Mingardi Dental Center Srl, proprietaria appunto di “Idea Sorriso”, che ha chiesto il concordato per il quale il Tribunale di Padova ha nominato commissario giudiziale la commercialista Nicoletta Zemella, ma l’operazione non è andata a buon fine.
Invece per il reato di bancarotta della Mingardi Medical Center e della Mingardi Dental Center oltre a Madotto, ha patteggiato anche il figlio Manuel in quanto amministratore unico. I due, quando la società Mingardi Medical Center era in dissesto hanno stipulato un contratto di ramo d’affitto con il Centro San Leonardo riconducibile a Madotto. Mamma e figlio hanno anche effettuato pagamenti ingiustificati in favore della “Ideasorriso”, per apparenti spese di pubblicità per le quali non è stato trovato alcun contratto. Madotta e Mingardi hanno poi pagato il loro marito e padre, di professione dentista, per apparenti prestazioni sanitarie anche in questo caso senza un contratto.
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