Prestiti personali immediati

Mutui e prestiti aziendali

Utilizza la funzionalità di ricerca interna #finsubito.

Agevolazioni - Finanziamenti - Ricerca immobili

Puoi trovare una risposta alle tue domande.

 

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito
#finsubito news video
#finsubitoagevolazioni
Agevolazioni
Post dalla rete
Vendita Immobili
Zes agevolazioni
   


Roma, 10 gennaio 2024 – Cambiano le regole per partite Iva con regime forfettario. Dal 1 gennaio 2024, infatti, i professionisti hanno detto addio alle fatture cartacee e, a partire dall’obbligo di fatturazione elettronica, sono andati incontro a tutta una serie di cambiamenti. Facciamo luce sul futuro dei forfettari con il dottore commercialista Salvatore Mannarino.

Partita Iva, foto generica

I requisiti

Come spiega il commercialista Salvatore Mannarino, le condizioni di accesso al regime agevolato restano uguali al 2023. Pertanto, i requisiti che deve soddisfare il lavoratore autonomo per aderire al regime forfettario, relativi all’anno precedente, sono i seguenti:

  • Ricavi o compensi annuali non superiori a 85 mila euro
  • L’ammontare complessivo delle spese sostenute per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori, non deve superare i 20 mila euro (lordi)

Obbligo di fatturazione elettronica

Dal 1 gennaio 2024, inoltre, è scattato l’obbligo di fatturazione elettronica per tutti i professionisti. Restano tuttavia esclusi dall’obbligo tutti i professionisti sanitari, dunque medici, dentisti, psicologi, ecc. “Questo – spiega il commercialista – per una questione di protezione dei dati sensibili dei pazienti. Pertanto, nel 2024 i sanitari emetteranno la solita fattura cartacea o in pdf”.

Limite dei 100 mila euro in fattura

Nel corso del 2024, i forfettari che sforeranno i 100 mila euro di ricavi dovranno applicare l’Iva a partire dalla fattura che supera la soglia e, contestualmente, a tassare l’intero reddito dell’anno in base alle aliquote marginali Irpef (e non più in base alle aliquote forfettarie del 5% o del 15%). In altre parole, riassume l’esperto, se si sfora la soglia dei 100 mila euro:

  • Le fatture emesse saranno gravate da Iva
  • Oltre l’Iva, ma questo riguarda solo i professionisti, dovrà essere applicata anche la ritenuta d’acconto

C’è poi la questione temporale della fattura e degli incassi. Come spiega Mannarino, “Posso anche fatturare un milione di euro quest’anno, ma se il cliente oggi mi versa soltanto un acconto di 84 mila euro, potrei restare forfettario anche nell’anno successivo. Se, invece, fatturo e incasso contestualmente sopra i 100 mila euro nel 2024, esco dal forfettario e dovrò fare fattura con Iva ordinariamente”.

Le ritenute d’acconto per ex forfettari

I regimi forfettari non prevedono le ritenute d’acconto, ma se il professionista durante l’anno in corso supera la soglia dei 100 mila euro, allora, come anticipato, dovrà emettere fattura con Iva e ritenuta d’acconto. “Per fare un esempio: se il cliente paga una parcella a un professionista pari a 1000 euro + Iva, essa dovrà trattenere un 20% a titolo di ritenuta d’acconto da versare entro il mese successivo all’Erario. Tale credito il professionista se lo ritroverà in fase di dichiarazione dei redditi l’anno successivo”. Ad ogni modo, precisa l’esperto, le ritenute d’acconto nel regime ordinario si applicano solo sui compensi corrisposti da un soggetto a partita Iva ad altri lavoratori autonomi e professionisti soggetti a Iva.

La rettifica della detrazione Iva

Uno degli aspetti che interessa maggiormente le partite Iva ordinarie che vogliono passare al regime agevolato è la rettifica della detrazione Iva. Come spiega Mannarino, nel regime ordinario si fattura con Iva; pertanto, sugli acquisti effettuati, l’Iva pagata al fornitore diventa un credito nei confronti dello Stato. “Tale credito va a diminuire il debito Iva, cioè l’Iva delle fatture emesse ai clienti. Il problema della rettifica della detrazione Iva si pone quando acquisto dei beni strumentali e durevoli, e che si protraggono oltre l’anno corrente, come un computer o i mobili dell’ufficio”. Ma cosa succede ai fini Iva? “Diciamo che un soggetto che ha detratto l’Iva nel 2023 o nei quattro anni precedenti e resta ordinario, non ci sono problemi; ma se invece passa al forfettario, entra in gioco la rettifica dell’iva detratta.

“Il soggetto che, ad esempio, ha acquistato l’arredo dell’ufficio da 10mila euro + Iva nel 2023, ha detratto interamente l’importo dell’iva. Però, se nel 2024 fuoriesce dal regime ordinario e subentra nel forfettario, dovrà essere applica una rettifica su parte dell’iva detratta e dovrà quindi riversarla all’erario.

Cosa conviene: ordinario o forfetario

Conviene per un professionista in regime ordinario passare al forfettario? “Dipende da diversi fattori, che devono essere vagliati attentamente, affidandosi sempre ad un professionista – risponde il commercialista –, potrebbe ad esempio non convenire in un caso come questo, qualora fosse stato effettuato un importante acquisto di un bene strumentale nell’anno precedente, in quanto il contribuente dovrebbe restituire 4/5 dell’iva detratta”.

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicità, correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e/o industriale, della legalità e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilità per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui