Il presidente Fieg è intervenuto all’evento Upa. Tra gli spunti la richiesta di contributi certi dalla politica per il settore. E su Agi-Angelucci: “non ci immischiamo e non facciamo politica”
“I governi dovrebbero dare contributi certi e di durata adeguata a tutti i player dell’editoria impegnati nella transizione digitale. Dovrebbero farlo erogandoli in ragione dei fondamentali e delle performance editoriali di questi soggetti”. A dirlo Andrea Riffeser Monti nel corso del suo intervento a ‘Upa24/Evoluzione’.
Il richiamo di Sassoli
Aprendo l’incontro, il presidente Upa uscente, Lorenzo Sassoli aveva parlato proprio del valore di editoria e stampa soffermandosi – in fatto di “responsabilità” – sul ruolo che svolgono nel sistema.
“Informarsi, approfondire per capire, per immaginare. Le fonti vanno sempre rammentate, soprattutto quando sono autorevoli”, ha detto Sassoli. “Così è stato impegno incessante di Upa promuovere informazione di qualità come presidio culturale e di demscrazia compiuta”.
“Dobbiamo continuare a sostenere l’informazione professionale, accurata e responsabile”, ha aggiunto, ringraziondo gli editori per “il grande contributo che la stampa ha dato per il nostro lavoro di elaboratori del pensiero delle comunicazione di massa”.
“Dobbiamo continuare a investire in questo insostituibile strumento di democrazia e di conoscenza”, l’invito finale, anche rammentando come la voce stampa sia l’unica in controtendenza in un contesto di mercato pubblicitario favorevole.
Al lavoro per il ripristino della legale
Tra gli spunti in merito alle opportunità di sostegno per il settore, Sassoli ha sottolineato il paradosso per cui negli ultimi mesi è stata sottratta la naturale risorsa della pubblicità legale.
Un tema su cui è tornato lo stesso Riffeser. “È talmente assurda la situazione con aste che vanno deserte. Nessuno sa più niente”, ha detto il presidente Fieg, anticipando l’intenzione di lavorare al ripristino della misura. “Tenteremo”, ha spiegato.”Faremo una relazione molto precisa in cui dimostreremo che questa norma va a detrimento della trasparenza degli appalti che è molto importante”.
Pericolo fake news anche per la pubblicità
Più in generale, per quanto riguarda la crisi della pubblicità nell’editoria, secondo Riffeser “il fatto che il governo non interviene fortemente sull’anonimato e sulle notizie false e distorte, fa sì che ci sia distorsione del mercato perché la gente fa click sui video falsi e la pubblicità si butta anche sulle notizie fake”. “Una cosa, ha rimarcato, che non è deontologicamente corretta”.
Il caso Fanpage e Agi
A margine dell’incontro, Riffeser è stato chiamato in causa anche su due casi di attualità che riguardano l’informazione, con l’inchiesta di Fanpage su Gioventù Nazionale e il futuro di Agi, con la possibile cessione dell’agenzia agli Angelucci.
“Sono per la libertà di espressione e se ci sono storture bisogna tirarle fuori”, ha spiegato a proposito dell’inchiesta. Quindi ben vengano inchieste così? “Sì, ha replicato. Non so nei particolari come sia avvenuta” ma “i giovani non hanno rispetto del prossimo, per loro è un gioco ma non mi preoccuperei tanto, sono poche persone. Bisogna informarli di più”.
E sul futuro di Agi la linea Fieg sembra indirizzata alla neutralità. “La Fieg non fa politica e non si immischia nelle vendite delle partecipazioni. In questa men che meno”, ha detto.
“L’importante è che si faccia del giornalismo sano, corretto e rispettoso”. “Chiediamo che non ci sia accanimento stabile su una persona perché una persona non può sbagliare dieci volte su dieci”.
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