MILANO – Matteo Salvini negli ultimi giorni è tornato alla carica: il governo dovrebbe valutare una nuova ipotesi di saldo e stralcio per le “cartelle esattoriali di piccola entità”. L’ultimo capitolo di una ormai lunghissima storia di sanatorie, rottamazioni & co approvate nel corso degli ultimi anni. Ognuna però con caratteristiche molto diverse
Il saldo e stralcio delle cartelle
Quella ventilata da Matteo Salvini sarebbe un’ipotesi di saldo e stralcio per le cartelle fino a 20 mila euro. Una replica di una misura già approvata con la cosiddetta “pace fiscale” a fine 2018 dall’allora governo giallo-verde (maggioranza Lega-M5s) e che prevedeva che i cittadini sotto un determinato livello di Isee, l’indicatore di reddito e patrimonio, potessero chiudere i propri conti con io fisco saldando solo una parte del debito pregresso in relazione alle cartelle del periodo 2000-2017.
Lo stralcio integrale
Diverso invece dello stralcio integrale delle cartelle fino a mille euro previsto dall’ultimo decreto mille proroghe per le i carichi affidati dal 2010 al 2015. In questo caso le cartelle sono state automaticamente cancellate, senzala presentazione di alcuna domanda, e quindi il debito si estinto. Una misura analoga era stata approvata con il decreto sostegni nel 2021, ma limitatamente ai carichi affidati alla riscossione fino al 2010 ma per importi fino a 5000 euro.
Le quattro rottamazioni
Diverso ancora il caso delle cosiddette rottamazioni delle cartelle. La prima risale alla legge di Bilancio 2017, con al governo Matteo Renzi. In questo caso il debito viene saldato integralmente ma solo per quanto riguarda la quota capitale (cioè il debito originario), senza sanzioni, interessi di mora e aggio di riscossione.
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