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In serata la ministra del Turismo ha poi pubblicato una nota, in cui ha detto di aver appreso di «essere iscritta nel registro degli indagati, sebbene ciò non risultasse dal certificato a suo tempo estratto nel mese di dicembre 2022».

Quindi in aula Santanchè ha detto la verità oppure no? Innanzitutto è necessario fare un po’ di chiarezza sui termini. L’avviso di garanzia, o meglio l’“informazione di garanzia”, è l’atto con cui una procura comunica a una persona di essere sotto indagine. Il certificato dei carichi pendenti «consente la conoscenza dei procedimenti penali in corso a carico di un determinato soggetto», spiega il Ministero della Giustizia. Il certificato può essere richiesto alla procura tra gli altri da chi pensa di essere indagato o dai suoi avvocati. Nel registro degli indagati, o meglio “registro delle notizie di reato”, sono invece iscritte dal pubblico ministero le notizie di possibili reati, nella fase che dà avvio alle indagini. 

L’avviso di garanzia non viene sempre mandato a un indagato. L’articolo 369 del codice di procedura penale stabilisce infatti che la procura invia un avviso di garanzia «solo quando deve compiere un atto al quale il difensore ha diritto di assistere». Tra questi atti ci sono, per esempio, gli interrogatori, le perquisizioni e il prelievo di campioni biologici. Quindi è possibile che effettivamente Santanchè non abbia ricevuto la notizia di essere indagata.

Discorso analogo vale per gli avvocati della ministra. In base all’articolo 335, comma 3-bis del codice di procedura penale, il pubblico ministero può decidere di rendere segreta per al massimo tre mesi l’iscrizione di un indagato nel registro degli indagati, «se sussistono specifiche esigenze attinenti all’attività di indagine».

Come abbiamo visto, nella nota pubblicata nella serata di mercoledì Santanchè ha detto che i suoi avvocati avevano estratto il suo certificato dei carichi pendenti a dicembre 2022. Secondo la Repubblica e il Corriere della Sera, i pubblici ministeri avevano optato per la possibilità di rendere segreta l’iscrizione al registro degli indagati. Questo spiegherebbe il perché a dicembre non figuravano indagini a suo carico. Se la richiesta fosse stata effettuata da febbraio, con tutta probabilità i suoi avvocati avrebbero appreso delle indagini. Santanchè quindi sbaglia quando in Senato dice che Domani ha avuto una notizia che «nessuno potrebbe lecitamente avere».

Secondo il Corriere della Sera, comunque, «anche se Santanchè non lo ammetterà mai», a novembre scorso e «poi a lungo nello svolgersi delle udienze fallimentari», gli avvocati della ministra «avevano avuto con la procura interlocuzioni esplicite nelle quali era un dato pacifico che Santanchè fosse indagata sia per falso in bilancio sia per concorso in bancarotta».

 

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