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Calcio. Quattro condanne per riciclaggio per la famiglia Sirani, impresari edili originari di Calcio. Il Collegio giudicante ha disposto anche, su richiesta del pubblico ministero Carmen Santoro, la confisca di 6 milioni 183,82 euro.

Si è quindi concluso con un verdetto di colpevolezza, il processo che vede imputati Isabella Sirani, 47 anni, condannata a 5 anni e 4 mesi, il padre Innocente, 76 anni, condannato a 5 anni, il fratello Iennis Fausto, 51 anni e la madre Pierina Pesenti, 74 anni, entrambi condannati a 4 anni e 4 mesi. Per il momento i 6 milioni sono congelati, la confisca verrà eseguita quando il processo supererà i tre gradi di giudizio.

“Pecunia olet”, il nome dell’indagine delle Fiamme Gialle che ha svelato  la complessa architettura finanziaria ideata dai Sirani che, secondo l’accusa, serviva ad aggirare i controlli sulla provenienza delle risorse incassate. Ad aiutarli, sempre secondo la Procura, Tiziano Galeazzi, 53 anni, politico di Lugano, figura di spicco dell’Udc del Canton Ticino, finito sotto inchiesta per la professione di consulente finanziario. Insieme a Roger Maibach, di Locarno, consulente che, insieme al politico, avrebbe studiato nei dettagli le schermature societarie e il viaggio del denaro. Per loro gli atti sono stati rimandati in Svizzera.

I soldi facevano giri larghi per essere ripuliti, passando da un conto all’altro, da una società all’altra, alcune di queste intestate a prestanome. Secondo l’accusa i quattro, a vario titolo, “attraverso la gestione di molteplici conti correnti aperti presso banche elvetiche, di San Marino e di Singapore, nonché con l’utilizzo di varie società fiduciarie, trasferivano, al fine di ostacolare l’identificazione della provenienza illecita, assegni circolari e somme di denaro in contante per 5.545.827,42 euro, provento di reati fiscali e fallimentari commessi dagli amministratori e legali rappresentanti di fatto e di diritto delle società I.L. srl, Gest Edil srl, Alfedil srl”.

Martedì 9 luglio la sentenza con le quattro condanne. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni e solo allora sarà possibile per le difese presentare ricorso alla Corte d’Appello.

 

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