La versione di Cristina Chiabotto. Poco dopo che la notizia del suo debito col fisco – circa 2 milioni e 500 mila euro – è diventata pubblica, l’ex miss Italia e conduttrice ha voluto dire la sua: «Ho la coscienza a posto, mi sono fidata delle persone sbagliate. Voglio pagare, non mi sottraggo al mio dovere», ha fatto sapere all’Ansa.
La 33enne lo scorso giugno ha chiesto e ottenuto la procedura di liquidazione prevista dalla legge 3 del 2012.Si tratta della cosiddetta «salva-suicidi», ossia il «fallimento del lavoratore autonomo» che non riesce a ripianare i guai con l’Agenzia delle Entrate. La showgirl, come riporta il decreto pubblicato sul sito del tribunale di Ivrea, si è detta disponibile a vendere tre negozi a Torino e Borgaro (hanno un valore dichiarato di 241 mila euro), con cui sanerà parte del debito e verserà poi ogni anno una parte della propria liquidità disponibile. «È l’unico strumento giuridico rimasto per far ciò che ritengo giusto e doveroso: pagare, come tutti, le somme dovute», ha continuato, **«**Non mi resta che attendere l’esito della procedura con la serenità di chi ha la coscienza a posto”.
Le verifiche della Guardia di finanza hanno accertato «un comportamento elusivo non fraudolento», come fa notare la stessa Chiabotto: «Ci tengo inoltre a precisare che nel decreto non si parla mai di evasione, ma piuttosto di “comportamento elusivo non fraudolento’ come espressamente dichiarato dal giudice”. La showgirl, che lo scorso settembre è andata a nozze alla reggia di Venaria con l’imprenditore Marco Roscio, sostiene infatti che il suo patrimonio sia stato gestito nel modo sbagliato: «Purtroppo, in totale buona fede, mi sono affidata ai professionisti sbagliati. Sono stata mal consigliata sotto il profilo fiscale quando, giovanissima, a 19 anni ho iniziato la mia attività».
Chiabotto, come si evince sempre dal procedimento giudiziario, ha dichiarato nel 2018 un fatturato lordo di circa 500 mila euro. La liquidità disponibile dichiarata per saldare i debiti è però stimata in novemila euro. Lei, conclude, ha «sempre rispettato le regole».
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