Entra in vigore il Decreto Salva Casa con l’obiettivo di sanare le piccole irregolarità edilizie: scopriamo quali opere sarà possibile regolarizzare
30-05-2024 (Ultimo aggiornamento 31-05-2024)
Il tanto dibattuto Decreto Salva Casa entra finalmente in vigore, introducendo una serie di importanti novità in merito alla regolarizzazione di piccoli abusi edilizi. Approfondiamo le disposizioni contenute nel decreto, esaminando le sue implicazioni pratiche e il suo impatto sul panorama abitativo italiano.
Decreto Salva Casa: dopo la firma di Mattarella passa alla Camera
Il Decreto Salva Casa è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, dopo essere stato approvato la scorsa settimana dal consiglio dei ministri e firmato ieri sera dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il decreto ora è atteso alla Camera per essere convertito in legge.
L’obiettivo della sanatoria Salva Casa è quella di regolarizzare lavori edilizi ormai consolidati nel tempo, riguardanti elementi come muri, soppalchi, finestre, porte e balconi, che attualmente rendono difficoltosa sia la vendita che la ristrutturazione immobiliare. È importante sottolineare che queste regolarizzazioni non saranno prive di costi, anche se non sono ancora state effettuate valutazioni precise sul gettito previsto.
Sanatoria Salva Casa: quali interventi si possono sanare?
La Sanatoria Salva Casa, promulgata da Matteo Salvini, offre la possibilità di sanare una serie di interventi che riguardano aspetti quotidiani della vita domestica, tra cui la regolarizzazione di verande, tende, soppalchi, gradini, grondaie, finestre, pareti e porte interne, consentendo così di risolvere piccole irregolarità, riducendo il carico di lavoro negli uffici comunali e promuovendo una maggiore regolarità nel settore edilizio. Il piano include anche l’inserimento nel criterio di edilizia libera per vetrate panoramiche amovibili, tende e altre opere di protezione solare e dagli agenti atmosferici.
Inoltre, la sanatoria permette il cambio di destinazione d’uso degli immobili tra categorie omogenee, pur imponendo il rispetto delle normative specifiche per ciascuna tipologia. Questo significa che il passaggio tra categorie funzionali diverse deve essere conforme non solo alle prescrizioni per ciascuna categoria, ma anche alle disposizioni stabilite dal piano del Territorio.
Infine, il decreto prevede l’ampliamento delle tolleranze costruttive ed esecutive e semplifica l’accertamento di conformità, eliminando la richiesta di doppia conformità, che sarà necessaria solo nei casi più gravi. Le tolleranze costruttive introdotte oscillano tra il 2% e il 5% in base alla superficie dell’intervento.
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