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L’AQUILA – «Altro che aree interne, ricostruzione, rilancio economico: non è possibile che per questioni di lana caprina si blocchino per mesi progetti importanti rischiando di perdere i finanziamenti».
È un fiume in piena il sindaco di Montereale, Massimiliano Giorgi. Il quinto lotto della L’Aquila-Amatrice (tecnicamente: Ss 260 Picente-Dorsale Amatrice-Montereale-L’Aquila), quello che va dallo svincolo di Cavallari fino al confine regionale, è di fatto bloccato.
Per capire cosa è accaduto bisogna capire la natura dell’intervento. Si tratta dell’adeguamento di un tratto di 3,6 km divisi in due stralci: 2,2 km in variante e 1,4 km in sede esistente. E così il 17 novembre è pervenuto un decreto del Mase (il Ministero dell’Ambiente) con il quale, a distanza di ben nove mesi dall’avvio della procedura, viene disposto di dover assoggettare l’intervento ad una nuova procedura di Valutazione di impatto ambientale insieme unitamente a un altro intervento Anas in fase di progettazione, ovvero lo “stralcio 2” dello stesso lotto.
LE MOTIVAZIONI
La richiesta si fonda sul presupposto che l’intervento debba essere valutato nella sua interezza e non a “stralci funzionali”. Quanto basterebbe per dover rifare le progettazioni e, dunque, perdere altro tempo e molto probabilmente i fondi del Pnrr previsti. Pnrr che, paradosso tra i paradossi, impone invece velocità di esecuzione e scadenze stringenti.
Peraltro in sede di conferenza dei servizi – ora tecnicamente sospesa – si sono espressi con parere favorevole il Ministero della Cultura, in particolare la Soprintendenza Speciale per il Pnrr, l’Autorità Distrettuale di Bacino, il Genio Civile della Regione Abruzzo, la Provincia dell’Aquila e il Comune di Montereale, oltre agli Enti gestori dei sottoservizi interessati. Contro il decreto del Mase l’Anas ha presentato ricorso al Tar.
«C’è stato un grande lavoro sinergico – dice ancora Giorgi – tra istituzioni e anche con la struttura commissariale, poi c’è un funzionario che dopo ben nove mesi rischia di far saltare un intervento strategico per le aree interne. È francamente inaccettabile».
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