La sua impresa per la Guardia di Finanza risultava «in difficoltà» e quindi non avrebbe potuto accedere ai mutui agevolati previsti dalla legge durante il periodo dell’emergenza Covid. Lui, socio insieme al figlio di una ditta di riparazioni meccaniche, si è ritrovato in tribunale imputato di falso e indebita percezione di aiuti dello Stato. Il collegio di giudici lo ha assolto, nonostante il pubblico ministero abbia insistito per la condanna a 4 mesi di reclusione.
Secondo la ricostruzione in dibattimento tutto nasce da una visita in banca dell’artigiano. «Incontrai per caso il direttore che mi disse della possibilità di accedere al mutuo agevolato per 30 mila euro – ha raccontato -. Mi disse anche che sarei stato pazzo se non ne avessi approfittato». Partì la consueta trafila con la firma delle pratiche da parte dell’interessato. Tra queste c’era anche il foglio in cui l’imputato autodichiarava che la propria impresa non era in difficoltà, sebbene in quel periodo per tutte le imprese le attività si fossero ridotte di molto. La norma sui mutui agevolati era però stata strutturata in quel modo per evitare che aziende già vicine alla crisi prima del Covid potessero approfittare di quello strumento: in sostanza si trattava di una legge per evitare grossi disagi ad attività in buono stato.
Nel bilancio 2019 dell’azienda era indicato, però, un patrimonio netto in deficit di 13 mila euro, perdita che, su consiglio del commercialista, i due soci, padre e figlio avevano coperto con un finanziamento di 18 mila euro. «Quella erogazione avrebbe dovuto essere inserita in conto capitale – ha detto il maresciallo che eseguì le indagini – altrimenti per noi formalmente l’impresa risulta in perdita». Di qui la denuncia e il processo. «Non fossi mai andato in banca in quel mattino – ha dichiarato l’imputato -, questo prestito mi è già costato tanto e se avessi saputo non lo avrei mai fatto. Mi sono fidato delle indicazioni della banca». «Si è fidato della proposta dal direttore di banca – ha rincarato l’avvocato difensore, Paolo Donalisio –. Gli disse che sarebbe stato quasi matto se non aderiva. Difficile per una persona di media cultura districarsi nelle pratiche burocratiche, spesso questi moduli vengono fatti firmale senza che neanche essere letti». Il commercialista ha sostenuto che «per il codice civile va guardata la sostanza di un bilancio, oltre la forma ed era chiaro dal documento che l’impresa era in attivo per 4.911 euro».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui