ANCONA – Chi non ha più visto un euro dei propri risparmi dopo il crac di Banca Marche potrà vedersi riesaminata la richiesta di indennizzo per ottenere un risarcimento dal ministero. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato in una recente sentenza resa nota dall’Unione Nazionale Consumatori con un pool di avvocati e che include anche i risparmiatori di Cariferrara, Banca Etruria e Carichieti, Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Sono i cittadini inizialmente esclusi dal fondo di indennizzo dei risparmiatori istituito dal ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) dopo i default bancari che hanno investito anche le Marche. Per l’istituto marchigiano si parla un centinaio di ex clienti che avevano affidato alla banca cifre importanti, anche vicine agli 80mila euro. L’ Unione Consumatori aveva già ottenuto una vittoria al Tar, lo scorso anno, ma il ministero aveva fatto ricorso al Consiglio di Stato. Gli esclusi in tutta Italia si aggirano sulle 5mila persone che non hanno rivisto più un euro dopo i fallimenti degli istituti di credito. Accolto il ricorso il Consiglio di Stato riammette i risparmiatori cui era stata rigettata l’istanza di indennizzo per non aver provato la sussistenza delle “violazioni massive”, requisito necessario per ottenere il rimborso.
«L’azionista/obbligazionista ha indicato chiaramente la violazione massiva e, fatto ancor più rilevante – spiega l’avvocato Canafoglia – ha allegato la relativa documentazione a supporto, ma tali circostanze non sono state considerate dalla commissione tecnica valutatrice. Ora si apre la strada per gli indennizzi. Il Consiglio di Stato ha posto la parola fine alla querelle giudiziaria che ha visto contrapposti alcuni azionisti ed obbligazionisti di Banca Marche contro il Mef riconoscendo il giusto operato dei risparmiatori che hanno regolarmente motivato le loro istanze di rimborso, adducendo violazioni massive fondate. Non va dimenticato che di tali violazioni massive si è avuta ulteriore conferma anche con la sentenza del tribunale penale di Ancona, che ha condannato i vertici della Banca a complessivi 118 anni di reclusione». Una condanna arrivata in primo grado e per la quale è stato fissato l’appello ad Ancona per il prossimo 13 settembre. «L’accertamento di tali inadempimenti diffusi – continua Canafoglia – messi in opera dagli Istituti di credito, avrebbe dovuto portare alla valutazione positiva delle istanze di indennizzo. Ci si augura ora che il Mef dia seguito a quanto statuito dal Consiglio di Stato, riconoscendo rapidamente il giusto e dovuto indennizzo anche a questi investitori truffati degli istituti di credito posti in liquidazione con il decreto Salva-Banche». Gli altri avvocati del pool legale sono Carlo Canafoglia e Salvatore Menditto.
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