Pesaro, 30 ottobre 2023 – Lo sanno in pochi, ma dall’inferno si può uscire. Come ha fatto un imprenditore di Gabicce mare, A.B. fallito con la sua azienda e schiacciato dai creditori sotto il peso di 15 milioni di euro di debiti, tra fornitori, tasse e sanzioni. Grazie alla legge “salva suicidi” del 2012 si è liberato da pignoramenti e creditori pagando 55mila euro, ossia tutto quello che poteva versare.
Per il giudice del tribunale di Pesaro, questo sforzo è stato sufficiente all’imprenditore per sanare il passato perché ha riconosciuto che il comportamento del debitore era stato lineare e senza dolo. Per riuscire a dimostrare tutto questo però non è stata una passeggiata.
Racconta il commercialista, dottor Niccolò Di Bella, dello studio Korus Partners di Pesaro: “Siamo partiti dopo aver accertato che il nostro assistito non si era mai comportato con dolo per la creazione del debito, aveva rispettato fin quando ha potuto i suoi impegni ritrovandosi impigliato nei comportamenti sbagliati di altri. L’accertamento delle Entrate era già diventato definitivo per un errore di chi rappresentava legalmente in precedenza l’imprenditore.
A quel punto, abbiamo preparato un piano di rientro chiedendo al giudice di allora, il dottor Davide Storti, di poter aderire alla legge salvasuicidi che ha poi avuto degli aggiornamenti nel 2019 con l’approvazione del ’codice della crisi’ che ha aumentato le chance per ripartire a chi non una volta ce l’ha fatta”. Continua il dottor Di Bella: “Il nostro assistito ha messo a disposizione subito le sue risorse, ossia buona parte del suo stipendio per creare una provvista che servisse a pagare la procedura e a dimostrare le sue genuine intenzioni.
La procedura, durata cinque anni, si è chiusa nei giorni scorsi con l’approvazione del rientro in percentuale dei debiti. E questo ha consentito ad una famiglia che ha vissuto per anni nella disperazione di riprendere a vivere a testa alta. Ne abbiamo circa 50 di casi simili che stiamo avviando a soluzione. Purtroppo nessuno o pochi conoscono questa possibilità”.
Scrive il giudice nel provvedimento per l’imprenditore di Gabicce: “I liquidatori hanno dato atto che ha cooperato al regolare svolgimento della procedura, fornendo informazioni e documentazione utile, non ha ritardato la procedura, ha versato alla procedura la quota di stipendio, la condizione di squilibrio non era dipesa da un ricorso colposo e sproporzionato al credito e non risultano atti commessi in frode ai creditori”. Per questo, i suoi debiti sono stati cancellati. Per sempre.
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