All’apice della sua storia imprenditoriale la Paab Stone di Paitone – specialista del marmo, chiusa nel 2011 – aveva raggiunto un fatturato annuo superiore ai 3 milioni di euro, con 15 dipendenti occupati: poi è arrivata la crisi, inesorabile, conseguenza particolare dell’attentato alle Torri Gemelle (era il 2001) e di tutto quello che ne è conseguito, la fibrillazione dei mercati internazionali – su cui la Paab era assai presente: è loro la firma sulla Torre Samsung di Seoul, in Corea – che ha portato a un taglio drastico delle commesse e, infine, a un indebitamento quantificato in centinaia di migliaia di euro.
Solo ora, più di 10 anni dopo, la vicenda si è conclusa con un parziale lieto fine: un decreto di “esdebitazione”, emanato il 25 maggio scorso dal tribunale di Brescia, che di fatto ha cancellato 668mila euro di debiti che erano ancora a carico della famiglia Bocchese, gli ex titolari della Paab.
La vicenda
In questi anni difficili la famiglia è stata costretta a vendere proprietà e immobili, non solo l’azienda ma pure la casa in cui vivevano (anche questa finita all’asta). La svolta a partire dal 2017, nell’ambito di una procedura di gestione della crisi da sovraindebitamento, come previsto dalla Legge 3/2012. Il risultato è stato raggiunto dopo infinite udienze, trattative e incontri: un lavoro affidato a Marco Passantino Negroni, dottore commercialista dello Studio Passantino di Brescia e che era stato nominato prima OCC (Organismo di composizione della crisi) e poi liquidatore.
È stato così avviato un procedimento di liquidazione assistita, proseguito per 5 anni: al termine del detto procedimento, i creditori – seppur pagati solo parzialmente – hanno riconosciuto la buona fede e la correttezza imprenditoriale della famiglia Bocchese, e non hanno presentato alcuna osservazione. Capitolo chiuso e 668mila euro di debiti cancellati.
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