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Casa, fisco e un “chiarimento” sul Redditometro. Ampio il menu sul tavolo del Consiglio dei ministri che nella mattinata di venerdì 24 maggio ha approvato il decreto “Salva-casa” che per il Mit “libera gli appartamenti ostaggio di norme troppo rigide”. Salta per il momento la parte “Salva-Milano”, ovvero lo sblocco dell’impasse nella quale si trova l’edilizia cittadina dopo le indagini della Procura su diversi grattacieli.

Salvini “molto soddisfatto”

“Molto soddisfatto dell’intervento, una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale entrerà nelle case di milioni di italiani in maniera risolutiva. E’ una rivoluzione liberale, passiamo dal silenzio rigetto al silenzio assenso” il commento del vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Per il quale il testo “crea ricchezza perché i sindaci incasseranno, questa è una delle poche occasioni in cui i cittadini faranno la corsa per andare a pagare”.

Lo stesso Mit ha sintetizzato in una nota i punti ritenuti qualificanti. L’obiettivo dichiarato è “liberare” gli appartamenti ostaggio di una normativa rigida e frammentata che ne ostacola la commerciabilità e talora preclude l’accesso a mutui, sovvenzioni e contributi. E così decongestionare gli uffici tecnici comunali sepolti da migliaia di pratiche (4 milioni le pratiche stimate da Salvini).

Come anticipato, si tratta di una sanatoria “light” – anche per volontà degli altri partiti di maggioranza – e infatti il Mit specifica che il decreto “interviene solo nelle casistiche di minore gravità, incidendo sulle cosiddette lievi difformità. In particolare: su quelle formali derivanti da incertezze interpretative della disciplina vigente rispetto alla dimostrazione dello stato legittimo dell’immobile; sulle difformità edilizie delle unità immobiliari, risultanti da interventi spesso stratificati nel tempo, realizzati dai proprietari dell’epoca in assenza di formale autorizzazione; sulle parziali difformità che potevano essere sanate all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma non sanabili oggi, a causa della disciplina della cd. “doppia conformità””.

Ci sono poi semplificazioni delle procedure vigenti: “E’ introdotto il regime di silenzio-assenso” ovvero “se l’Amministrazione non risponde nei tempi previsti l’istanza del cittadino è accettata. Infine si introduce la possibilità di installare tende e strutture di protezione dal sole e da eventi atmosferici, in regime di edilizia libera.

Per quel che riguarda l’impianto sanzoniatorio, le multe sono proporzionali all’aumento di valore dell’immobile e potranno essere utilizzate, tra l’altro, nella misura di 1/3, per progetti di recupero e rigenerazione urbana.

Slitta il “Salva-Milano”

Nel testo del decreto legge “non c’è la cosiddetta norma salva-Milano per alcune ristrutturazioni edilizie del capoluogo lombardo su cui si è acceso l’interesse della Procura. L’idea di Salvini, già condivisa con il sindaco Giuseppe Sala, è di intervenire in fase di conversione del testo” scrive il Ministero delle Infrastrutture.

“Non abbiamo voluto forzare la mano – ha dettagliato lo stesso leader leghista dopo la riunione di governo – Spero che ci sia un emendamento bipartisan, bisogna prendere atto che oggi ci sono migliaia di famiglie che abitano in un appartamento che è impensabile demolire”. E ancora: “Mi impegno ad andare a sanare il pregresso, conto che arrivi in conversione perché serve a restituire serenità ad alcune migliaia di famiglie”.

“Chiarimento” sul Redditometro

Dopo le polemiche degli ultimi giorni anche sul Redditometro c’è stato un aggiornamento tra ministri. “C’è stato un chiarimento – ha detto Salvini – l’intera maggioranza si è impegnata a rileggere il provvedimento, scrivendolo a più mani: il provvedimento, non il redditometro, che è un triste ricordo del passato”. “Ci siamo impegnati a rivederci e a ragionarci insieme, con la cautela che il provvedimento merita”, ha aggiunto.

Sullo strumento, dopo l’atto di indirizzo del vicepremier Leo che ha bloccato il decreto del 20 maggio che aggiornava il Redditometro, è tornata la premier Giorgia Meloni dal Festival dell’Economia di Trento: “Ho sospeso” – ha detto – la norma sul redditometro “perché la voglio vedere meglio”. Per la premier “bisogna ragionare nel merito sulla norma migliore che sia efficace sulla grande evasione, sui fatti intollerabili, e per garantire il cittadino”. “Voglio vedere meglio quello che dobbiamo fare sull’accertamento sintetico”, ha aggiunto confermando quindi l’intenzione di andare verso gli evasori totali: “Una cosa è colpire i casi intollerabili, gente che gira col Ferrari e si dichiara nullatenente, un’altra cosa è inserire nell’ordinamento un’altra norma che vessa cittadino”. “Poi c’è chi nella maggioranza può dire ‘togliamo proprio l’accertamento sintetico’. Io posso temere che togliendolo non ci si possa occupare dei casi più eclatanti”.

Fisco, sanzioni meno pesanti

Mentre ripensa il Redditometro, il governo intanto mette un altro tassello della riforma del viceministro Leo con un alleggerimento delle sanzioni fiscali. Dalle multe al 240% di quanto accertato, si scende a un tetto del 120% e sanzioni amministrative ridotte da un quinto a un terzo.

In concreto, per chi non presenta la dichiarazione dei redditi o dell’Irap oppure la dichiarazione del sostituto d’imposta, la multa sarà del 120%, anzichè dal 120 al 240% previsto ora. Mentre per dichiarazione infedele, si passa da 90-180% al 70%. Le sanzioni tributarie riscosse ogni anno ammontano a circa 2,27 miliardi: il taglio delle multe, che vengono ridotte nel complesso di circa il 10%, si spiega nella Relazione Tecnica, avrà necessariamente un “effetto negativo” in termini di entrate da sanzioni; ma con multe più proporzionate, e di minore importo, si scommette su una maggiore adesione all’accertamento.

Novità anche per i commercianti: per l’omessa o tardiva trasmissione o con dati incompleti o non veritieri dei corrispettivi giornalieri arriva un tetto di 1.000 euro alle sanzioni, mentre l’omessa, incompleta o infedele comunicazione delle minusvalenze sarà punita con una sanzione massima di 30mila euro (anziché 50mila).

 

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