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Un imprenditore finito in manette grazie a una misura di custodia cautelare in carcere, 41 indagati e una serie di sequestri di denaro, immobili, quote societarie ed altri beni di valore.


Un’operazione della guardia di finanza e della dogana ha smascherato una truffa allo stato con l’acquisizione di finanziamenti bancari, nella maggior parte dei casi garantiti dallo Stato, a favore di società fantasma indirizzate verso il fallimento.

I finanzieri hanno effettuato un sequestro preventivo per equivalente di conti corrente ed altri rapporti finanziari per oltre 2,3 milioni di euro e quote delle società coinvolte nella maxi-frode.

L’inchiesta, denominata “Odino” (la divinità mitologica dai molti nomi), è stata avviata da un’attività svolta nell’ambito della consolidata collaborazione tra agenzia delle dogane e monopoli e guardia di Finanza che aveva permesso di scoprire una maxi frode fiscale nel settore della commercializzazione di veicoli, anche di pregio, in totale evasione dell’Iva.

Al centro dell’indagine la società (questa reale) situata in Valbisagno, fra via Tortona e un piccolo comune a ridosso di Genova, che opera nel settore di alimentari e dolciumi: grazie a questa società ne sono state create altre farlocche che poi venivano fatte fallire nel giro di pochi mesi. In diciotto mesi la finanza ha accertato la chiusura di ben venti aziende fantasma. Il fine era ottenere soldi da banche e stato che poi non venivano restituiti grazie ai fallimenti.

L’arrestato è l’amministratore della società madre, L.C., cinquantenne residente nel ponente di Genova, raggiunto all’alba dai finanzieri nella sua abitazione.

I doganieri e i finanzieri hanno appurato che le società “cartiere” utilizzate per l’acquisto dei veicoli, una volta esaurito il loro primario compito “truffaldino venivano utilizzate per acquisire finanziamenti bancari di notevole importo, perlopiù garantiti dallo Stato Italiano tramite il Fondo di Garanzia del Medio Credito Centrale.

Sotto la guida dell’autorità giudiziaria i finanzieri hanno svolto complesse attività di indagine, che hanno comportato l’intercettazione di utenze telefoniche, attività di controllo sul territorio ed indagini patrimoniali in esito alle quali sono state incrociate fra di loro e verificate oltre 100 mila operazioni bancarie.

Gli elementi raccolti hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 41 persone, tutti italiani, delle quali numerosi già noti alle forze dell’ordine ed hanno consentito di provare come il sodalizio operasse attraverso la preventiva costituzione o acquisizione del controllo – tramite soggetti “prestanome” – di una vera e propria galassia di società di capitali (molte delle quali sull’orlo del fallimento e tutte rigorosamente inattive); i bilanci delle società falsificati, venivano successivamente utilizzati al fine di attrarre ingenti finanziamenti erogati dal sistema bancario ed assistiti oltremodo dalla garanzia statale a favore delle medie imprese.

L’operazione Odino è stata svolta direzione Interregionale Liguria Piemonte e Valle d’Aosta dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e i militari del comando Provinciale di Genova della Guardia di Finanza coordinati dal tenente Sebastiano Campisi.

 

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