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Un pacchetto di sigarette, in Germania, dovrebbe costare 23 euro. Questo in base a quanto calcolato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Istituto Tedesco per la Ricerca contro il Cancro e riferito dal Dott. Rüdiger Krech, alla guida del Dipartimento di Promozione della Salute dell’OMS.

23 euro: questo il costo reale di un pacchetto di sigarette, in Germania

Krech ha rilevato che in Germania i costi legati al fumo ammontano a ben 97 miliardi di euro all’anno, cifra che comprende le spese sostenute dalle assicurazioni sanitarie per i problemi di salute direttamente connessi con questa nociva abitudine, nonché le perdite di ore lavorative e le necessarie misure di riabilitazione e assistenza.

Tuttavia, nonostante il fumo abbia un impatto così forte sull’economia nazionale, secondo l’OMS la Germania non sta facendo abbastanza nella lotta contro il consumo di tabacco. Al contrario, nella classifica che valuta l’efficacia delle misure anti-tabacco, il Paese governato da Olaf Scholz si posiziona solamente al 34º posto, su 37. “Non riusciamo a capire perché la politica in Germania sia così lassista” è il commento di Krech.


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Anche l’OMS, che riconosce i progressi fatti in tutto mondo nella battaglia contro le sigarette, ha sottolineato più volte come purtroppo faccia eccezione la Germania, Paese in cui ogni anno più di 127.000 decessi sono attribuiti al tabagismo. Eppure, nel 2005 il Paese ha ratificato la Convenzione Quadro sul Controllo del Tabacco, che include il divieto di fumo in luoghi pubblici. Nonostante ciò, l’attuale legge anti-fumo è prevalentemente inefficace e non esiste una disciplina unitaria.

Ad esempio, solo in alcune discoteche in Baviera, NRW e Saarland è severamente vietato fumare, mentre negli altri Länder sono presenti eccezioni. Idem per quanto riguarda la possibilità di fumare dei dipendenti pubblici.

23 euro

Lotta al fumo: le richieste dell’OMS ai singoli Paesi

L’OMS ha presentato una serie di richieste chiare, nel suo impegno contro il consumo di tabacco: un marcato aumento dei prezzi, un divieto totale di fumo nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti, nelle istituzioni sanitarie ed educative, nei luoghi di lavoro e nei locali pubblici, nonché l’introduzione del cosiddetto “plain packaging“, che comporta la rimozione di marchi e loghi dai prodotti del tabacco.

Ulteriori misure includono il divieto generale di pubblicità dei suddetti prodotti, la limitazione delle vendite di tabacco e sigarette elettroniche nei negozi specializzati e la loro contestuale rimozione nei supermercati e nelle stazioni di servizio, nonché una maggiore assistenza per i fumatori che vogliono di smettere. Secondo Krech, sette fumatori su dieci, in Germania, vorrebbero dire addio al fumo, ma incontrano difficoltà nel farlo, anche a causa delle limitate opzioni di sostegno finanziato dalle assicurazioni sanitarie.

All’inizio di agosto, anche il Commissario federale per le droghe, Burkhard Blienert, ha sottolineato come la pandemia di Coronavirus abbia incrementato molto la tendenza a fumare sigarette tradizionali o elettroniche, in Germania, mentre l’OMS dubita fortemente che l’aumento della tassa sul tabacco deciso dal governo tedesco, di circa otto centesimi per pacchetto all’anno fino al 2026, possa fermare questa tendenza.

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