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“I governatori del Sud che appoggiano l’autonomia differenziata, a partire dal presidente della Regione Basilicata Vito Bardi, tradiscono il Mezzogiorno e i cittadini e le cittadine che intendono rappresentare. La derivazione della Lega Nord, a distanza di trent’anni, può finalmente attivare il suo piano scellerato di divisione del Paese. Sono proprio quelli che si definiscono patrioti a spaccare la patria”. Così il segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega, in una nota.

“Bardi – continua Mega – ci spieghi come sarà possibile, con l’autonomia differenziata, garantire i giusti livelli di assistenza e servizi ai 120mila contribuenti lucani, in una regione con il più basso gettito fiscale in Italia e in un Mezzogiorno dove la Svimez stima che al 2080 vi saranno oltre 8 milioni di residenti in meno. Che ne sarà della piccolissima Basilicata quando le gabbie salariali volute dal governo Meloni spingeranno i nostri giovani ancora di più verso le regioni del Nord, dove gli stipendi saranno più alti e dove per chi resterà al Sud sarà sempre più difficile garantire i servizi essenziali, tutelati dalla nostra Costituzione e fatti a brandelli dal ddl Calderoli: istruzione, sanità, energia, mobilità”.

(Maurizio Landini sull’autonomia differenziata)

“Al senatore Gianni Rosa di FdI – osserva Mega –, che invita chi si oppone a questo disegno scellerato di leggere la Costituzione, il Codice civile e anche il decreto legge sull’autonomia differenziata, rispondiamo che l’autonomia differenziata è si prevista dalla Costituzione ma non quella voluta dal suo governo di maggioranza. Lo ha detto con molta chiarezza la Svimez in questi giorni, definendo questo modello come assolutamente anomalo nel panorama europeo, perché parliamo di un’autonomia differenziata in un Paese centralista, che definisce i Lep ma non prevede le risorse per il loro finanziamento, proponendo quindi un modello alternativo al federalismo fiscale, che invece farebbe bene a tutti, non prevedendo né paletti precisi nell’indicazione dei Livelli essenziali di prestazione, né un fondo di perequazione”.

“L’autonomia differenziata – conclude Mega – produrrà una frammentazione del Paese, cristallizzando le disuguaglianze già presenti tra Nord e Sud e indebolendo complessivamente la capacità competitiva nazionale, quindi a perdere sarà l’Italia intera, che sarà sempre più povera e meno competitiva. Non è solo una questione ideologica. E il fatto che il monito venga da diverse realtà associative e rappresentative della società civile è un segnale forte. La classe politica lucana decide a Roma il destino della nostra regione, e non per amore del territorio ma solo ed esclusivamente per bandiere di partito”.

 

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