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 Le batteria termofotovoltaica a calore latente consente costi inferiori a quelli delle batterie al litio

(Rinnovabili.it) – La crescita delle rinnovabili non programmabili sta incrementando la necessità di accumuli che sappiano gestire i picchi della rete elettrica ma anche la domanda energetica a lungo termine. I ricercatori dell’Istituto per l’energia solare del Politecnico di Madrid (IES-UPM) potrebbero aver trovato una possibile soluzione al problema.

Gli scienziati hanno messo a punto un sistema per immagazzinare grandi quantità di elettricità rinnovabile per lunghi periodi di tempo e a costi molto bassi. Offrendo al momento del bisogno una “doppia uscita”. Nel dettaglio, il gruppo ha realizzato una batteria termofotovoltaica a calore latente. Come lo stesso nome fa intuire, questo dispositivo immagazzina elettricità sotto forma di calore latente. In che modo? Attraverso la fusione di metalli economici, come il silicio o le leghe ferro-silicio ad oltre 1.000°C. A queste temperature il silicio brilla intensamente. “Pertanto – spiega l’ateneo in una nota stampa – è possibile riconvertire il calore irradiato in energia elettrica”. utilizzando speciali celle solari.

Parliamo dei generatori termofotovoltaici, impianti che oltre a trasformare la luce in elettricità sono in grado di recuperare il calore di scarto sotto forma di radiazione infrarossa per convertirla a sua volta in corrente elettrica. Questi sistemi possono produrre fino a 100 volte più energia di un impianto solare convenzionale.

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Secondo lo studio pubblicato su Joule, la batteria termofotovoltaica a calore latente potrebbe offrire un’alternativa meno costosa dell’accumulo elettrochimico. In particolare, silicio e leghe di ferro-silicio possono immagazzinare energia a men di 4 euro per kWh. Ovviamente, sottolineano gli scienziati, il costo totale si alzerà una volta incorporati nel sistema anche il contenitore e l’isolamento termico. Ma, secondo lo studio, se l’impianto fosse sufficientemente grande, in genere sopra i 10 MWh, si potrebbero raggiungere costi intorno ai 10 euro per kWh.

 Il primo prototipo in scala di laboratorio, prodotto nell’ambito di un progetto europeo AMADEUS, ha una capacità di accumulo inferiore a 1 kWh ed è disponibile presso l’istituto IES-UPM

 

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