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Ancora dubbi, ancora confusione, ancora notizie su notizie in merito al bollo auto, molte delle quali non del tutto chiare e vere. Sta girando la notizia che se non si è pagato il bollo si rischia di subire un prelievo dal conto corrente da parte dell’Agenzia delle Entrate e ciò può avvenire anche se il debito è caduto in prescrizione. Dunque, nel caso non ci si opponga alla cartella esattoriale entro i 60 giorni previsti, l’esattore può eseguire il pignoramento senza preventivo controllo.

Prescrizione e termine di decadenza del bollo auto

 

Pagamento bollo autoLaleggepertutti.it ci aiuta a capire la situazione: nel caso in cui non si fosse in regola con il pagamento degli anni precedenti, si può continuare a circolare, ma si riceverà un avviso di accertamento da parte della regione, il fermo amministrativo dell’auto può esserci se e solo se viene iscritto dall’Agente della Riscossione al fine di recuperare gli importi non pagati, ma prima che ciò avvenga possono trascorrere anni. (Il divieto di circolazione scatta sicuramente se non si paga l’assicurazione).

Proviamo ancora a mettere un punto alle incertezze per quanto concerne i termini di prescrizione della cartella esattoriale per bollo auto: le Sezioni Unite della Cassazione, lo scorso novembre, hanno dichiarato come termine di prescrizione valido per bollo auto 3 anni (dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello del pagamento), il problema nasce perché ci sono ancora tribunali che decidono diversamente ed autonomamente, ecco perché la confusione persiste ed ogni giudice opera a modo suo.

Un altro problema fonte di dubbi sta nel termine di decadenza che nella stragrande maggioranza dei casi viene confuso con quello di prescrizione. La legge impone all’Agenzia delle Entrare di notificare la prima cartella per bollo auto entro 2 anni al massimo dal momento in cui la regione ha iscritto il tributo non versato da parte del contribuente. Nel caso in cui l’Agenzia delle Entrate per la riscossione operasse successivamente ai due anni, la cartella risulterebbe illegittima a tutti gli effetti.

In entrambi i sopracitati casi il contribuente non deve pagare, ma deve affrettarsi a fare ricorso al giudice per ottenere l’annullamento della richiesta di pagamento, se non lo fa la cartella diventa definitiva e, nonostante illegittima, il suo pagamento va estinto.

Tra le false notizie che girano in rete ne è spuntata una che parla addirittura di abrogazione del bollo auto che, per ora, non è una possibilità contemplata.

Pignoramento tramite conto corrente

Tornando alla notizia principale, quella del pignoramento tramite conto corrente, la legge effettivamente attribuisce all’Agente della riscossione un ‘super potere’ che sta nel poter prelevare la somma in debito direttamente dal conto corrente del contribuente e versarla sul proprio conto nel momento in cui il contribuente non pagherà entro i 60 giorni previsti.

La procedure avviene a tre: Esattore, banca e contribuente che non può opporre resistenza poichè non è previsto che venga informato del prelievo in tempo utile e dunque non ha modo di fare opposizione al pignoramento. Subisce il prelievo senza alcun giudice che possa accertarne l’eventuale irregolarità.

Tutto sarebbe più facile se semplicemente si pagasse la tassa in questione, ma su questo punto nascono diatribe che durano da una vita sul fatto che possa essere un’imposta giusta o che invece vada a scapito di tutti i guidatori.

Costanza Tagliamonte

 

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