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Per chi vende casa dopo aver eseguito lavori di efficientamento energetico e ristrutturazione ci sono delle brutte notizie. La legge di Bilancio per 2024 prevede alcune novità fiscali – svantaggiose – per chi ha usufruito del Superbonus 110%.

In questo modo il governo cerca di recuperare una parte delle risorse utilizzate per finanziare il bonus introdotto dall’ex premier Giuseppe Conte e più volte rimaneggiato.

La novità fiscale andrà a colpire chi ha eseguito gli interventi agevolati dal Superbonus 110% e intende vendere l’immobile a terzi, beneficiando dell’aumento di valore economico dovuto al “salto” energetico.

Ecco i dettagli della misura, di quali novità fiscali stiamo parlando e a chi è rivolta la “stangata”.

Le novità fiscali per chi vende una casa dopo il Superbonus 110%

Sembrerebbe vicina alla conferma l’intenzione del governo di modificare la tassazione degli immobili che hanno beneficiato del Superbonus 110%. Nell’ultima bozza della Manovra per il 2024 ci sono diverse novità fiscali con le quali cittadini e investitori dovranno fare i conti.

In particolare queste novità fiscali vanno a colpire le plusvalenze realizzate dalla cessione a titolo oneroso di beni immobili che hanno subito interventi di miglioramento energetico, come l’installazione del cappotto termico, intervento agevolato dal Superbonus.

Le novità fiscali per chi vende una casa dopo il Superbonus 110%

Nel dettaglio si prevede che chi vende entro 10 anni un immobile che ha beneficiato della maxi agevolazione statale dovrà applicare l’imposta sostitutiva sul reddito pari al 26%, di cui all’articolo 1, comma 496, legge 23 dicembre 2005, n. 266.
Rispetto alle bozze precedenti è raddoppiato l’arco temporale di validità della novità fiscale: dai 5 anni iniziali si è passati a 10 anni dalla data di ultimazione dei lavori.

Più tasse per chi vende immobili dopo il Superbonus, qual è lo scopo della misura?

Il Superbonus 110% è stato modificato a più riprese nell’ultimo anno, dapprima con l’abbassamento dell’aliquota al 90% e in seconda battuta, con il restringimento dei requisiti necessari per richiederlo.

Le modifiche introdotte hanno “stretto le maglie” rispetto alle precedenti previsioni, nell’ottica di limitare la spesa dello Stato.
Le novità fiscali sul Superbonus introdotte con la Manovra 2024 vogliono invece ridurre il rischio speculativo; in altre parole disincentivano coloro che hanno eseguito i lavori di miglioramento e riqualificazione energetica al fine di vendere l’immobile ad un prezzo maggiorato.

Qualora fosse confermata, la tassazione del 26% sulla plusvalenza entrerà in vigore sulle cessioni a titolo oneroso dal 1° gennaio 2024. Nessuna modifica entrerà in vigore fino alla fine dell’anno.

Le eccezioni

La nuova tassazione non si applica indiscriminatamente a tutti gli immobili ristrutturati con il Superbonus. La legge di Bilancio prevede diverse eccezioni, ovvero ipotesi in cui non è prevista l’imposta sostitutiva sulle plusvalenze sulle vendite entro 10 anni dalla conclusione dei lavori.

Nessuna novità fiscale in caso di:

  • immobili acquisti tramite successione
  • immobili adibiti ad abitazione principale del venditore o dei suoi familiari per la maggior parte dei 10 anni precedenti alla cessione/vendita
  • immobili sui quali i proprietari hanno optato per la detrazione delle spese dall’Irpef (rinunciando all’opzione dello sconto in fattura e della cessione del credito)

In conclusione, i casi eccezionali in cui non si applica la tassazione al 26% si riferiscono alle ipotesi in cui non vi è un intento speculativo da parte del venditore. Una sorpresa inaspettata per coloro che speravano di guadagnare sulla plusvalenza delle unità immobiliari ristrutturate con il Superbonus tramite sconto in fattura e cessione del credito.

Quando detto, seppur oggetto di ampio dibattito, dovrà essere confermato nel testo definitivo della legge di Bilancio per il 2024 che dovrà essere approvata entro il 31 dicembre 2023.

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