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L’introduzione della categoria dei crediti d’imposta “non pagabili” rappresenta una novità nella gestione finanziaria dello Stato italiano.

Il Superbonus, misura introdotta dal governo italiano per promuovere l’efficientamento energetico e il miglioramento sismico degli edifici, ha subito un importante cambiamento con la riforma del 2024.

Questa modifica, che ridefinisce il Superbonus come credito d’imposta “non pagabile”, segna un punto di svolta nella gestione dei conti pubblici e nelle politiche di incentivazione ambientale.

La nuova classificazione del Superbonus come “non pagabile”

A seguito della riforma contenuta nel decreto-legge di marzo 2024, poi convertito in legge a maggio dello stesso anno, Eurostat ha stabilito che il Superbonus maturato dopo tale data deve essere considerato nei conti pubblici come un credito d’imposta “non pagabile”. Questo rappresenta una netta differenza rispetto al passato, quando era classificato come “pagabile”, influenzando direttamente le modalità di gestione finanziaria da parte dello Stato.

La distinzione tra crediti d’imposta “pagabili” e “non pagabili” ha implicazioni significative per i conti pubblici. I primi incidono immediatamente sul deficit dell’anno in cui sono maturati, mentre i secondi permettono una distribuzione dell’impatto finanziario su più anni. La nuova classificazione del Superbonus mira quindi a ridurre l’impatto annuale sul deficit pubblico, offrendo una soluzione più sostenibile per la gestione delle finanze statali.

Eurostat ha giustificato questa decisione evidenziando la necessità di adottare strategie più sostenibili per i conti italiani, soprattutto alla luce delle nuove regole del Patto di stabilità europeo. A partire dal 1° gennaio 2024, tali regole impongono criteri più stringenti per il controllo dei deficit pubblici. La classificazione del Superbonus come credito d’imposta “non pagabile” si inserisce in questo contesto come uno strumento per rispettare i vincoli budgetari impostati dall’Unione Europea.

Le nuove misure potrebbero generare incertezza e complicazioni per famiglie e imprese (Foto Ansa) – (designmag.it)

Nonostante la ridefinizione generale del Superbonus come “non pagabile”, la legge prevede alcune eccezioni importanti. Per le spese effettuate dal primo gennaio 2024 che rientrano in determinate categorie previste dalla normativa, il bonus potrà ancora essere considerato “pagabile”. Queste deroghe assicurano flessibilità nell’applicazione della misura e mantengono vivo lo spirito incentivante dell’iniziativa nei confronti dei cittadini e delle imprese impegnate nell’efficientamento energetico.

Distribuendo l’onere finanziario su più anni anziché concentrarlo nell’esercizio corrente, si offre al governo uno strumento aggiuntivo per affrontare le sfide legate al controllo del deficit senza rinunciare agli obiettivi ambientali ed economici prefissati. La decisione presa da Eurostat contribuisce così a delineare un quadro più equilibrato nelle finanze pubbliche italiane favorendo contemporaneamente lo sviluppo sostenibile attraverso incentivi mirati alla riqualificazione degli immobili nel paese.

 

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