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(Foto: ©guvendemir/GettyImages)

Il sistema di previdenza e assistenza della Quota B diventa più forte e i contributi dei liberi professionisti frutteranno pensioni più alte. Già i contributi previdenziali che verranno versati quest’anno (sui redditi 2023) permetteranno di maturare una pensione più elevata.

Infatti l’aliquota rendimento, che traduce il proprio reddito in pensione, passa dall’1,25% all’1,3% (e cambierà ulteriormente, in meglio, aumentando all’1,35% a partire dai redditi 2026, e all’1,40% dal 2029 in poi).

È questa una delle novità contenute in un pacchetto di modifiche ai regolamenti della Quota B deliberate l’anno scorso dall’Enpam e approvate questo mese dai ministeri vigilanti.

I nuovi regolamenti vigenti sono stati pubblicati online:

 

INABILITÀ, TUTELE ESTESE

Un’altra modifica riguarda la tutela per malattia e infortuni. L’indennità, che prima riguardava solo gli iscritti attivi, è stata estesa con effetto immediato anche ai pensionati (fino a 68 anni di età) che continuano a lavorare e a contribuire alla Quota B.

È stato anche modificato un criterio per rendere più agevole l’accesso a questa misura ai medici e dentisti non pensionati: potranno chiedere l’indennità per inabilità temporanea anche quanti non abbiano contribuito alla Quota B nell’ultimo anno, purché lo avessero fatto l’anno precedente.

In totale, per tutti, servono sempre tre anni solari di Quota B per avere diritto alla tutela per malattia e infortuni dal 31° giorno.

 

GIOVANI, L’ASSISTENZA ARRIVA PRIMA

La protezione per inabilità temporanea è stata rafforzata anche per i neo-iscritti all’Enpam. Nel primo quinquennio d’iscrizione alla Fondazione, già finora bastava avere un solo anno di Quota B per poter ricevere un assegno assistenziale, ma l’aiuto decorreva dal 61° giorno di malattia o infortunio.

D’ora in poi, anche per i neoiscritti, l’assistenza scatterà dal 31° giorno.

 

PIÙ CONTRIBUTI, PIÙ PENSIONE

Tra le modifiche adottate, c’è anche l’innalzamento del tetto di reddito oltre il quale l’aliquota per il pagamento della Quota B scende all’1 per cento.

L’innalzamento sarà progressivo, di anno in anno, a partire dai redditi prodotti nel 2023, sui quali il “tetto” è fissato a 130mila euro.

Il “tetto” stabilito per gli iscritti Enpam risulta comunque di molto inferiore rispetto a quelli in vigore per altre categorie. Ad esempio, per i dottori commercialisti il limite reddituale è stabilito in 186.300 euro per il 2023.

 

PIÙ PENSIONE E MENO TASSE

Versare più contributi non significa soltanto avere una pensione più ricca, ma anche pagare un conto meno salato con il fisco.

I contributi previdenziali sono infatti interamente deducibili dal reddito e permettono di ridurre la base imponibile sulla quale vengono calcolate le tasse da pagare.

In buona sostanza, gli importi che si versano in contributi, invece che contribuire ad aumentare le tasse e finire in parte nelle casse del fisco, vanno a costruire la rendita pensionistica dei medici e dei dentisti che li hanno maturati.

Af

 

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