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Ancora nessun segnale certo da parte della BCE sui tagli dei tassi che restano ancora fermi dopo l’ultima riunione di politica monetaria; l’inflazione nell’Eurozona a marzo ha toccato il 2,4% e si avvicina sempre di più al target del 2%, che rimane l’obiettivo di Christine Lagarde sin dal primo momento dei rialzi del costo del denaro a luglio 2022. Restano alcuni dubbi legati soprattutto alla crescita dei salari, pertanto la BCE vuole conservare margine di manovra e decidere riunione dopo riunione. Anche la FED nell’ultimo incontro ha tenuto ancora i tassi fermi, tra il 5,25% e il 5,5%, ormai ai massimi dal 2021 ma, come dichiarato dal FOMC, ovvero l’organo che sorveglia le operazioni di mercato aperto negli USA, è plausibile pensare a un target dei tassi sotto il 5% nel corso del 2024 e sotto il 4% nel 2025, con una stabilizzazione al 2,5% nel lungo periodo. Negli ultimi giorni però le nuove stime sull’inflazione USA (+3,5%) sono state tutt’altro che rassicuranti, aumentando i dubbi sul fatto che i tagli siano imminenti. Nell’Eurozona invece i principali analisti suggeriscono un taglio tra gli 85 e i 100 punti base entro la fine dell’anno.

Come si sta muovendo il mercato dei mutui? – A marzo – spiega MutuiOnline.it – l’Euribor a 3 mesi è rimasto stabile (3,92%) mentre è stato in leggerissima flessione quello a 1 mese (3,85% vs 3,87% di febbraio). Continua invece il calo dell’IRS per tutte le durate: a 10 anni passa dal 2,74% di febbraio al 2,66% di marzo, a 20 anni dal 2,71% al 2,61% e a 30 anni dal 2,50% al 2,39%. Non c’è dubbio invece su quale tasso scegliere: il TAN medio dei mutui variabili è 5,13% mentre il TAN medio dei mutui fissi è 3,22%, quasi 200 punti base di differenza! Questo condiziona le richieste, che nel primo trimestre 2024 sono per il 98,1% del totale a tasso fisso.

“Auspichiamo che i dati sull’inflazione continuino a essere positivi anche ad aprile e a maggio in modo da vedere un taglio dei tassi, o quantomeno una forte apertura in tal senso, in occasione della prossima riunione di politica monetaria di giugno”, sottolinea
Nicoletta Papucci, portavoce di MutuiOnline.it. Nel frattempo, sul mercato dei mutui, la soluzione più logica è rappresentata dal tasso fisso: l’Eurirs, infatti, continua la sua discesa e si attesta su livelli interessanti. Il miglior tasso fisso è sotto il 3%, costi più che convenienti. Il mercato sembra essere in ripresa rispetto al 2023 grazie a questi tassi interessanti: ulteriore testimonianza sono le richieste di surroga, che fanno registrare un aumento del 50% sul mix rispetto all’ultimo trimestre dello scorso anno. Interessante il risveglio del mercato dei mutui green con cui ormai è possibile risparmiare fino a 60 punti base sul tasso del mutuo. Il mercato oggi offre delle possibilità interessanti e l’orizzonte sembra essere decisamente più sereno per i mutuatari”

Qual è la differenza tra un mutuo fisso e uno variabile ad aprile? Un esempio pratico elaborato da MutuiOnline.it ipotizza un mutuo da 140.000 €, con durata trentennale, richiesto da un quarantenne a Milano. Il miglior tasso fisso offre un TAN del 2,59% e una rata di 560 €, mentre il miglior tasso variabile è del 4,65% con una rata di 715 €. In termini pratici, ciò si traduce in circa 115.000 € di interessi per il mutuo variabile, rispetto ai 61.500 € del mutuo fisso, quasi la metà. Questa differenza si amplia ulteriormente considerando un mutuo green, particolarmente vantaggioso, con un TAN del 1,99%, una rata di 517 € e interessi di soli 46.000 €.

Aumenta il valore dell’immobile e l’importo del mutuo richiesto – Dai dati dell’Osservatorio di MutuiOnline.it emerge che, nel trimestre da poco concluso, la durata media dei mutui richiesti è stata di circa 24 anni, in continuità con l’ultimo trimestre dello scorso anno. Le differenze più significative sono l’importo medio richiesto, che passa da 131.285 € a 142.585 €, e il valore medio dell’immobile, da 212.164 € a 232.571 €: siamo di fronte ad un chiaro segnale di maggiore fiducia del mercato. La regione con l’importo medio richiesto maggiore è il Trentino Alto Adige (181.861 €), seguita dalla Lombardia (153.039 €) e dal Lazio (155.793 €), la regione con importo medio richiesto più basso al momento è la Calabria (100.540 €)

 

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