VENEZIA – Non sono conti in rosso, ma è comunque un ammanco: nelle casse della Lega del Veneto dovrebbero esserci circa 300mila euro in più, soldi che dovrebbero arrivare dalle contribuzioni dei consiglieri regionali – ma anche degli amministratori pubblici delle principali realtà – ma che non vengono versati. Alcune morosità sono date per perse. Ad esempio: il padovano Fabrizio Boron prima di essere espulso un anno fa dalla Lega era indietro con le contribuzioni a partire dal 2021 ed è evidente che quei soldi non arriveranno, tanto più che il consigliere regionale è passato con Forza Italia. Idem Gabriele Michieletto, che rischia l’espulsione per aver appoggiato alle elezioni comunali di Scorzè non Giovanni Battista Mestriner sostenuto dal partito, ma la sindaca uscente Nais Marcon, scontro che culminerà con il ballottaggio di domenica 23 giugno. «Ho 57 anni, una faccia sola, e non è in vendita. Correttezza e coerenza sono più importanti di qualsiasi tessera», ha scritto Michieletto sui social. E poi ci sono i morosi storici, come la presidente della Seconda commissione in consiglio regionale del Veneto, la trevigiana Silvia Rizzotto, che l’anno scorso manco ha potuto votare al congresso, depennata perché non in regola con le contribuzioni. Tant’è, adesso i leghisti corretti rischiano di pagare anche per gli altri. Perché le spese aumentano, ci sono gli stipendi dei dipendenti da pagare, le utenze delle sedi e, in vista della prossima campagna elettorale per le Regionali, la Lega vuole avere due soldi in cassa. Soluzione: chi già paga ogni mese 1.200 euro, probabilmente dovrà pagare di più. L’ipotesi, infatti, è di rivedere al rialzo gli importi.
Il “buco” di 300mila euro è emerso in sede di bilancio della Lega Veneta, portato ieri mattina all’esame del direttivo regionale del partito. Era l’unico argomento in discussione, poi approvato all’unanimità. I conti sono in ordine. Ma c’è il problema dei morosi. È stato deciso di chiamarli, uno ad uno, così da provare a recuperare le somme dovute entro il prossimo settembre. Una quindicina gli inadempienti. Tra l’altro non tutti hanno versato i 700 euro chiesti lo scorso settembre dal segretario Alberto Stefani per pagare i pullman per Pontida.
La regola in casa della Lega è la seguente: 10mila euro di contributo quando si accetta la candidatura in Regione, altri 10mila al momento dell’elezione e poi, ogni mese, un contributo di 1.200 euro al partito veneto.
LA MOBILITAZIONE
Intanto il segretario Stefani sta organizzando la manifestazione per l’Autonomia differenziata. Al netto di nuove risse a Montecitorio, la riforma sarà approvata la settimana prossima. «Da martedì ogni giorno è buono», è convinto Stefani che sui social ha pubblicato il bandierone di San Marco invitando sostenitori e militanti alla mobilitazione: «La sinistra e il M5s alzano il clima della provocazione sull’autonomia, addirittura chiamano a raccolta una piazza per la prossima settimana, contro la legge che definiscono “spacca-Italia”. Propongo a voi una grande manifestazione regionale, con le bandiere del Veneto e della Lega in mano, qui in Veneto. Ci state?». Tra i primi a rispondere il consigliere regionale Giulio Centenaro: «Io ci sarò, con la bandiera di San Marco e con l’orgoglio di chi, dopo anni ed anni di battaglie, è riuscito ad arrivare dove un tempo si poteva solo sperare». Succederà venerdì a Montecchio Maggiore (dove è in ballo un difficile ballottaggio per la leghista Milena Cecchetto), non è escluso che arrivino anche Matteo Salvini e il ministro Roberto Calderoli.
LA SPILLINA
E in vista dell’approvazione della riforma, c’è chi ha pensato anche ai gadget. Giuseppe Paolin, responsabile organizzativo della Lega veneta, ha fatto fare la Spilla dell’Autonomia: ritrae Alberto da Giussano che poggia sulla bandiera del Veneto, in tutto sono 5mila esemplari a 5 euro l’uno. O di più, per chi ritiene, perché sarà offerta libera.
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