Il decreto Salva Casa non costituisce né una
sanatoria né tantomeno un’intrusione nelle competenze degli enti
territoriali, ma rappresenta un punto di svolta per la normativa
edile dopo anni in cui, soprattutto dopo la modifica del Titolo V,
si sono andate aggiungendo norme, spesso in palese conflitto.
Da questo punto di vista, il D.L. n.
69/2024 rappresenta quindi il primo passo per
semplificare il Testo Unico Edilizia (d.P.R. n.
380/2001) e soprattutto riordinare norme nel settore e renderle
chiare, univoche, uniformi.
Decreto Salva Casa: verso la semplificazione del Testo Unico
Edilizia
È questa in sintesi l’opinione dell’On. Erica
Mazzetti, Deputata e responsabile lavori pubblici di Forza
Italia e presidente intergruppo parlamentare “Progetto Italia”, sul
Decreto Salva Casa, resa nell’ambito della dichiarazione di voto
contrario alla pregiudiziale della minoranza oggi in aula.
Non si tratta di condono, sulle casistiche di minore gravità,
spiega Mazzetti: “Per esempio, nel caso delle tolleranze
costruttive, fissate in percentuali più che accettabili, e di
quelle esecutive, che sono pressoché quotidiane. Non solo, tutto
questo è in linea con ciò che le regioni già fanno, da anni, per le
piccole difformità non strutturali con procedura di attestazione
conformità in sanatoria”, Non solo: tra i tanti punti positivi
del decreto ci sono gli interventi sullo stato legittimo
dell’immobile, sul cambio di destinazione d’uso e sulla doppia
conformità, oltre che la riduzione degli oneri amministrativi in
capo ai cittadini.
L’obiettivo finale, sottolinea Mazzetti, è comunque arrivare a
un nuovo testo, meglio un codice del costruttore,
con principi unici e univoci a livello nazionale, con un
regolamento specifico per ogni regione.
“Compito del Parlamento e del governo è fornire un quadro
normativo chiaro e stabile che permetta di tutelare la casa quale
investimento degli italiani, dando stabilità e certezze soprattutto
nel rapporto Stato-Regione e individuazione delle caratteristiche
degli atti abilitativi. La Camera, attraverso la Commissione
ambiente, ha una grande occasione per intervenire in modo concreto,
su un tema che è decisivo per tutti gli italiani, riducendo tutti
quegli intoppi burocratici che rendono sempre più difficile godere
del proprio bene. Pertanto invece di affrontare il tema con
modalità pretestuose e approssimative sarebbe più apprezzabili
delle migliorie concrete e costruttive, con emendamenti
mirati”, conclude Mazzetti.
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