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Il decreto con la stretta al Superbonus e il rinvio della Sugar tax al luglio 2025 ottiene il via libera dal Senato.

Dopo la spaccatura di maggioranza con l’astensione di Forza Italia in commissione Finanze, e l’intervento decisivo di Italia Viva, il testo è stato approvato dall’Aula con 101 si, 64 no, nessun astenuto. Il provvedimento, per il quale il governo ha chiesto e ottenuto il voto di fiducia, passa ora alla Camera.

Patuelli (banche): “Norma imprevista”

Si conferma la contrarietà delle banche, dopo la nota ufficiale dell’Abi. Ne parla il presidente dell’Associazione, Antonio Patuell, da Torino: “Le banche sono state il primo acquirente di questi crediti e quindi siamo rimasti sorpresi rispetto a una norma imprevista e imprevedibile che ha anche un effetto retroattivo perché dice che quelli già comprati dal primo gennaio non possono detrarli dalle spese previdenziali e assicurative”. L’impatto sulle banche? “Il calcolo non è fattibile perché non è una norma piana ma piena di combinati disposti che abbiamo cercato come Abi con le banche di analizzare, abbiamo fatto delle valutazioni ma i combinato disposti sono sabbie mobili”, ha osservato Patuelli.

Le reazioni politiche

In Senato, intanto, gli azzurri si sono quindi riallineati per dare la fiducia al governo e sostenere il provvedimento, mentre Iv è tornata all’opposizione. “A una misura sbagliata date una risposta inadeguata. Siete il governo delle tasse. Dopo il voto in Commissione, in cui grazie al nostro sostegno si è impedito di alzare la sugar tax, ci hanno accusato di essere a favore a questo governo. Lo dico qui: noi siamo contro, non votiamo la fiducia a questo governo”, ha detto il leader Matteo Renzi durante le dichiarazioni di voto.

Sulla Sugar tax, rinviata come detto per un altro anno, il senatore di Fi Roberto Rosso è tornato all’attacco definendola “una tassa sbagliata, nata come il superbonus al tempo del governo Conte, che avrebbe ricadute negative sui consumi delle famiglie e sulle attività delle imprese italiane nel settore alimentare”. La battaglia è dunque rinviata perché per Rosso “è da eliminare definitivamente. Ribadiamo fortemente il nostro no a nuove tasse”.

Il leghista Massimo Garavaglia, che presiede proprio la commissione Finanze, ha notato che per coprire lo slittamento ulteriore dell’imposta sulle bevande zuccherate “si è raschato il fondo del barile” come dimostrano “le due pagine dedicate alle coperture” a fronte di “tre righe di emendamento”. Quanto alle ore campali vissute dalla maggioranza Garavaglia ha rimarcato che “non è stato facile” portare a casa la stretta al Superbonus ma “nonostante tutto, nonostante l’atteggiamento di Forza Italia, l’emendamento governativo è stato approvato, i lavori si sono chiusi in maniera ordinata”. Ha però sottolineato come i numeri ristretti degli onorevoli in commissione “non vanno bene” perché lì si prendono “decisioni per miliardi: un solo voto aumenta il potere di ricatto e aumenta il potere delle lobby”.

Attacca il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia, ricordando che “il Superbonus nasce nel 2020 in piena pandemia e doveva chiudersi nel 2021. Poi la misura è stata portata avanti da Draghi e prorogata per 19 mesi da questa maggioranza. L’estensione alle villette unifamiliari sono la straordinaria intuizione di Giorgetti e di Meloni, l’atto del 10 agosto 2023 porta la loro firma. Questa è la verità. Il resto è propaganda”, in riferimento alle varie deroghe che hanno contribuito a far lievitare la spesa: dagli ultimi dati, solo il 110% è arrivato a 122 miliardi di detrazioni. “In questi giorni – conclude Boccia – abbiamo assistito alla guerra tra Lega e Fi, il cui atteggiamento è stato appena definito ricattatorio da autorevoli esponenti del Carroccio. La fiducia posta a questo provvedimento è una fiducia posta sulla stessa maggioranza: oggi FI ingoia gli errori del ministro Giorgetti che colpisce imprese e aziende che si sono fidate dello Stato ma premia con condoni e concordati chi invece lo Stato lo raggira”.

 

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