Con l’avvio del percorso di conversione in legge del D.L. n.
69/2024 (Decreto Salva Casa) è cominciato anche il ciclo di
audizioni informali in VIII Commissione Ambiente alla Camera in cui
sono già stati ascoltati Legambiente, Anci, Confedilizia,
Confprofessioni, Italia Nostra, Associazione proprietari
immobiliari (APRI), ANCE e CNA.
Le audizioni proseguiranno nella giornata di oggi con i
rappresentanti della Rete Professioni Tecniche (RPT), Consiglio
nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e
conservatori (CNAPPC), Consiglio nazionale degli ingegneri (CNI),
Consiglio nazionale dei geologi (CNG) e Consiglio nazionale
geometri e geometri laureati (CNGeGL).
Legambiente: è un condono mascherato
Tra le audizioni segnaliamo quella di Legambiente che ha
proposto 7 emendamenti al disegno di legge di conversione ma non
prima di aver dato un giudizio complessivamente negativo
sull’attuale versione del Decreto Salva Casa considerato un vero e
proprio “condono mascherato”.
Legambiente contesta, in particolare, i contenuti del nuovo art.
36-bis del d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico
Edilizia), la modifica al regime della doppia conformità (rimasto
comunque per gli abusi più gravi, così come prevede l’art. 36 del
TUE) e il limite dei 45 giorni, decorso il quale scatta il
meccanismo del “silenzio assenso” sulle domande di accertamento di
conformità degli interventi edilizi.
Soluzioni che secondo Legambiente costituirebbero un condono
mascherato e che hanno portato ad un giudizio complessivamente
negativo e inefficace al contrasto dei fenomeni di illegalità
largamente diffusi nel territorio nazionale.
Il Rapporto 2022 sul BES (Benessere Equo e Sostenibile)
A supporto della sua tesi Legambiente cita il Rapporto 2022 sul
BES (Benessere Equo e Sostenibile) secondo il quale nel 2022 ci
sarebbe stato un aumento del 9,1% di case abusive (crescita
maggiore dal 2004).
Situazione aggravata nel Sud dove sono state registrate:
- 42,1 abitazioni costruite illegalmente ogni 100 realizzate nel
rispetto delle regole; - crimini ambientali accertati dalle forze dell’odine e dalle
Capitanerie di porto: con 12.216 reati contestati, ha sfiorato il
40% del totale, in crescita del 28,7% rispetto al 2021.
Inoltre, al 31 dicembre 2022 risulterebbe eseguito soltanto il
15,3% delle oltre 70mila ordinanze di demolizione emesse dai 485
Comuni di Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Lazio (le regioni
più colpite dal fenomeno) che hanno risposto al monitoraggio civico
promosso da Legambiente e pubblicato nel dossier “Abbatti l’abuso.
I numeri delle mancate demolizioni nei comuni italiani”.
Le proposte di Legambiente
Alla luce di questi numeri, Legambiente ha confermato la sua
ferma contrarietà alle norme previste dal Decreto “Salva-casa” e al
contempo ha provato ad elaborare una serie di emendamenti che
puntano:
- da un lato a ridurre l’impatto negativo dell’eventuale
conversione in legge del decreto; - dall’altro a inserire, sempre nell’ambito delle modifiche
previste al DPR 380/2001, misure con cui rafforzare l’azione
preventiva e repressiva dello Stato nei confronti dell’abusivismo
di gravi e rilevanti dimensioni, che si dichiara di non voler
sanare ma, allo stesso tempo, senza agire concretamente per
impedirne la drammatica diffusione, nel nostro Mezzogiorno e non
solo.
Infine, Legambiente propone la redazione di linee guida
nazionali capaci di modificare la pianificazione urbanistica.
“I cambiamenti apportati – rilevano gli ambientalisti –
avrebbero un impatto determinante sulle nostre città e sul modo
di viverle, e non soltanto sulle singole unità immobiliari.
Significherebbe far prevalere l’interesse particolaristico su
quello collettivo”.
Nelle prossime sezioni il contenuto dei 7 emendamenti presentati
in audizione.
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