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Il reddito energetico 2024 serve per aiutare le famiglie in difficoltà economica a installare dei pannelli fotovoltaici nella propria abitazione, risparmiando così sulle bollette. È rivolto a chi ha un Isee sotto i 15mila euro. Nelle prossime settimane sono attese le istruzioni per fare domanda.

Nel 2024 arriverà il reddito energetico, un bonus pensato appositamente per dare sostegno alle famiglie con difficoltà economiche che si trovano anche in una situazione di disagio energetico e decidono di installare dei pannelli fotovoltaici in casa, per produrre dell’energia elettrica propria e risparmiare così sulle bollette. L’incentivo sarà gestito dalle Regioni, e in alcune è già previsto. Il governo Meloni ha stanziato per il periodo 2024-2025 una dote da 200 milioni di euro che andrà divisa tra tutte le amministrazioni regionali per finanziare il bonus. Nel frattempo, i requisiti per chi vuole fare domanda sono già noti.

In particolare, il reddito energetico ha lo scopo di incentivare l’uso dell’energia solare nelle abitazioni unifamiliari, riducendo le emissioni dannose per l’ambiente e allo stesso tempo permettendo di alleggerire le bollette, dato che per l’energia autoprodotta non si pagano. L’esecutivo ha creato un Fondo nazionale per il reddito energetico (che per adesso contiene, come detto, 200 milioni di euro) e questo sarà suddiviso tra le varie Regioni, dando la priorità a chi ha più bisogno di tutele per quanto riguarda l’energia.

Il bonus copre anche i costi di installazione degli impianti fotovoltaici. L’importo esatto dipenderà dalle decisioni di ciascuna Regione, e da quanti fondi riceveranno. Per quanto riguarda i requisiti, invece, questi sono uguali per tutti. Il tetto Isee è fissato a 15mila euro, chi si trova al di sopra non potrà avere accesso alla misura. L’unica eccezione è per le famiglie con almeno quattro figli a carico: per loro la soglia Isee salirà a 30mila euro.

Per adesso, comunque, non è ancora aperta la possibilità di presentare domanda. Ci si aspetta che nuove informazioni vengano diffuse dal ministero dell’Ambiente e dal Gestore dei servizi energetici nelle prossime settimane, probabilmente già nel mese di marzo.

Ci sono poi altri criteri da rispettare. Bisogna essere proprietari (o almeno avere un valido diritto reale) delle parti dell’edificio su cui si vogliono installare i pannelli solari. In più, non si può usare il bonus e poi poco dopo smettere di usare l’impianto: ci si dovrà impegnare a mantenerlo in funzionamento per un certo numero di anni. Per quanto riguarda gli impianti, la potenza dovrà essere tra i 2 e i 6 kW.

Un altro paletto riguarda l’energia prodotta con i pannelli fotovoltaici. Chi la produce potrà usarla in casa propria (il cosiddetto autoconsumo), ma se ne ‘avanza’ non potrà metterla da parte per futuri utilizzi: sarà obbligatorio cederla alla società pubblica Gse (Gestore dei servizi energetici), che la venderà sul mercato. Quando questa energia sarà venduta i soldi non andranno alla famiglia che il cui impianto l’ha prodotta, ma finiranno nello stesso Fondo nazionale per il reddito energetico. L’idea, quindi, è che più persone useranno i pannelli, più famiglie potranno avere accesso al reddito energetico, in un circolo virtuoso.



 

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