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L’ultimo anno delle superiori rappresenta un passaggio all’età adulta: la maturità, la patente, la scelta di “cosa fare da grande”. A 18/19 anni non è facile decidere del proprio futuro, ma se la tua idea è quella di fare l’avvocato, perché magari non hai mai sopportato le ingiustizie e ti sei sempre schierato dalla parte dei più deboli, allora sei nel posto giusto!

La rubrica VOGLIO FARE L’AVVOCATO vuole offrire ai futuri avvocati e ai più giovani una serie di utili informazioni sulla professione forense, da conoscere al momento della scelta del percorso di studi o all’inizio della carriera.

Segui il podcast su:


1. La laurea in giurisprudenza

Il diploma di maturità in tasca e una valigia piena di sogni, e si parte per la facoltà di giurisprudenza.

Ignari, senza ben sapere cosa aspettarsi, ci si tuffa nel mondo delle matricole, con tanti dubbi e molte domande.

Partiamo a una certezza: se il tuo sogno è quello di fare l’avvocato, il primo passo è la laurea magistrale in giurisprudenza, che ti permetterà di accedere al successivo percorso per avere l’abilitazione a esercitare la nobile professione forense.

La laurea magistrale in giurisprudenza si consegue al termine di un percorso di studi universitario di cinque anni, durante i quali lo studente dovrà acquisire 300 crediti formativi universitari (i cosiddetti C.F.U.) e sostenere, a fine percorso, un esame finale.

L’anno accademico viene ripartito in semestri, nel corso del quale ciascuna Università, in autonomia, distribuisce le lezioni e le sessioni d’esame.

La vita dello studente di giurisprudenza, per cinque anni, sarà perciò scandita dal seguire le lezioni, prendere appunti, studiare e sostenere con profitto gli esami, per annotare ciascuna materia sul libretto universitario, che da bianco, in cinque anni, si riempirà di materie, codici, crediti e voti.

Le materie che costituiscono il piano di studi del corso di laurea in giurisprudenza sono divise tra materie obbligatorie e non obbligatorie (opzionali, facoltative, a scelta dello studente, in base alla definizione che preferisce dare l’Ateneo).

L’autonomia universitaria fa sì che ogni Ateneo offra diversi piani di studi, più o meno approfonditi: permane in ogni facoltà, comunque, la solida base di materie giuridiche sostanziali (es. costituzionale, privato, amministrativo, penale), processuali (diritto processuale civile, diritto processuale penale, diritto processuale amministrativo), cui possono aggiungersi vari insegnamenti di tipo economico o storico/filosofico.

2. Le Università italiane secondo l’ultimo rapporto CENSIS

Non potendo – per evidenti ragioni di spazio – esaminare tutti i piani di studio di tutte le facoltà di giurisprudenza pubbliche e private italiane, questo articolo prenderà come riferimento i piani di studio offerti dalle prime dieci facoltà pubbliche e private individuate dall’ultimo rapporto CENSIS, per fornire utili spunti e suggerimenti su quali sono le materie da approfondire sin dall’università, per immettersi sul mercato con un bagaglio immediatamente spendibile nel mondo del lavoro.

Il CENSIS (Centro Studi Investimenti Sociali) è un istituto di ricerca socio-economica, che dal 1964 svolge attività di ricerca, consulenza e assistenza tecnica in campo socio-economico, realizzando gli

annuali studi e rapporti su vari aspetti del nostro Paese, tra cui i processi formativi, scolastici e universitari.

Il rapporto CENSIS 2022 sulle Università italiane ha stilato una classifica delle università italiane, suddivisa per atenei statali e non statali e per facoltà.

Per stilare la classifica, il CENSIS pone alla base della sua ricerca due parametri di riferimento:

1) La progressione di carriera,

2) I rapporti internazionali.

Il primo parametro analizza la progressione di carriera degli studenti dei singoli atenei tenendo conto:

  • del tasso di persistenza tra il I e il II anno (quanti studenti, cioè, abbandonano la facoltà in questo intervallo temporale),
  • del tasso di iscritti regolari,
  • del tasso di regolarità dei laureati.

Attraverso questo parametro il CENSIS vuole verificare quanti anni impiegano gli studenti per laurearsi e se il percorso di studi viene terminato nei canonici cinque anni, senza andare “fuori corso”.

Il criterio relativo ai rapporti internazionali, invece, ha lo scopo di analizzare i rapporti tra gli studenti del singolo ateneo e le altre università nel mondo, tramite progetti di mobilità internazionale, di studio o tirocinio all’estero o Erasmus.

Secondo il rapporto CENSIS 2022, le prime dieci facoltà di giurisprudenza statali (cioè pubbliche) che rispecchiano i requisiti della ricerca sono:

  • Trento,
  • Genova,
  • Modena e Reggio Emilia,
  • Bologna,
  • Insubria,
  • Milano,
  • Milano Bicocca,
  • Padova,
  • Perugia,
  • Urbino Carlo Bo.

Il rapporto individua, tra le università private, i seguenti atenei tra i primi dieci:

  • Milano Bocconi,
  • Roma Luiss,
  • Roma Europea,
  • Roma LUMSA,
  • Napoli Benincasa,
  • Milano Cattolica,
  • LUM G. Degennaro,
  • Enna KORE,
  • Roma Link Campus.

I parametri posti alla base della ricerca del CENSIS sono entrambi importanti, ma non rappresentano gli unici aspetti da tenere in conto quando si sceglie una facoltà universitaria: in una famiglia media, la scelta della sede universitaria è spesso legata anche a contingenze di natura economica o familiare, variabili di caso in caso.

Al di là delle classifiche e delle ricerche, lo studente deve sempre ricordare che, indipendentemente dalla scuola o dall’ateneo frequentato, sono le sue capacità, il suo impegno, la sua voglia di approfondire le materie, a forgiare l’uomo/la donna e l’avvocato che sarà domani, a prescindere dall’ateneo in cui studia

3. Le materie a scelta dello studente che si dimostreranno più utili nel mondo del lavoro

Quando ci si iscrive all’università – qualunque sia la facoltà – uno degli scopi principali dello studente è quello di concludere il percorso di studi nei tempi fissati dalla legge, per evitare di andare “fuori corso”, seguendo un metodo di studi personalizzato (ognuno ha sviluppato il suo) che permetta di sostenere gli esami nelle prime sessioni utili, cercando di fare del proprio meglio per superarli con profitto.

Per quanto riguarda la facoltà di giurisprudenza, si sa, ogni materia richiede lo studio di tomi voluminosi, la maggior parte con più di 1000 pagine.

Per evitare di diventare un tutt’uno con i libri e cercare di non sforare con i tempi, lo studente di giurisprudenza si barcamena come può nella costruzione del suo piano di studi, prediligendo, nella scelta delle materie “opzionali”, quelle più semplici, che richiedono uno studio veloce e l’impiego del minor tempo possibile per lo studio, in modo da potersi compiutamente dedicare alle discipline fondamentali.

Nel breve periodo, questa può sembrare la soluzione più efficiente, perché sicuramente permette – almeno nei propri progetti, salvo intoppi – di non andare oltre il quinquennio di studi.

Lo studente, con questa scelta, rischia però di fare un torto a sé stesso, o meglio al futuro avvocato che diventerà.

Mi spiego meglio.

Nei piani di studi di giurisprudenza di tutte le facoltà d’Italia troviamo un nutrito elenco di materie opzionali di varia natura (romanistiche, storiche, economiche, specialistiche).

Facciamo l’esempio dello studente che ha appena sostenuto il più classico degli esami: Istituzioni di diritto romano.

Se questo studente si troverà davanti alla scelta di un esame opzionale del curriculum da sostenere per ottenere gli ulteriori CFU necessari, sarà sicuramente spinto – per ragioni di risparmio di tempo – a selezionare una materia affine, che magari abbia parte del programma in comune (ad esempio Storia del diritto romano), anziché un insegnamento completamente diverso, come il diritto bancario (sto facendo un esempio che non tiene conto delle propedeuticità richieste dai singoli Atenei), che potrebbe invece tornargli molto utile nell’esercizio della professione.

Lo studente che ha scelto di sostenere l’opzionale Storia del diritto romano è riuscito, nel breve periodo, a risparmiare del tempo per proseguire il percorso di studi.

Quando però questo studente diventerà avvocato, e si troverà ad affrontare delle questioni di diritto bancario, a differenza dello studente che ha scelto all’università l’insegnamento di diritto bancario, non avrà a sua disposizione le basi della materia universitaria sostenuta tanti anni prima, e dovrà spendere ulteriore tempo del proprio lavoro per approfondire dall’inizio l’argomento.

La scelta delle opzionali, perciò, indipendentemente dal “numero di pagine del libro” o dalla oggettiva difficoltà dell’esame, è importante per la propria futura vita professionale: se la selezione degli insegnamenti viene fatta con criterio, il neolaureato potrà immettersi nel mondo della professione con un bagaglio culturale immediatamente spendibile, che gli consentirà di acquisire clientela con maggiore facilità rispetto a chi ha scelto un programma di studi non adeguato alle esigenze del mondo del lavoro.

La materia a scelta dello studente va effettuata tenendo conto di quelli che potrebbero essere i nuovi spazi di mercato, i nuovi bisogni che i potenziali clienti richiedono, in modo da essere pronti, sin dall’abilitazione alla professione forense, a soddisfarli.

L’approccio deve essere moderno e innovativo: l’avvocato deve essere la figura che previene eventuali liti e contenziosi in Tribunale, non solo colui che interviene quando si rende necessario discutere la questione davanti a un giudice.

L’attività forense non è – e non deve essere – solo di tipo contenzioso, ma affiancarsi a quella di consulente.

Un’ottima consulenza giuridica – al pari di quella di un commercialista o di un consulente del lavoro – consente all’impresa, al cittadino, alla pubblica amministrazione di scongiurare i costi di un lungo contenzioso dall’esito inevitabilmente incerto.

In quest’ottica innovativa della professione, analizziamo quindi alcune delle materie a scelta dello studente offerte dalle principali università italiane.

Avvocati e materie

Analisi di bilancio e valutazioni d’azienda

Alcune università, sia pubbliche che private, offrono tra le materie opzionali Analisi di bilancio e valutazioni d’azienda.

Si tratta di corsi che offrono allo studente gli strumenti teorici e pratici per poter analizzare compiutamente un bilancio e applicare tale analisi all’azienda quale potenziale cliente.

Alcune facoltà offrono anche dei laboratori pratici per imparare a utilizzare i principali database finanziari (ad esempio AIDA, Orbis).

Questo tipo di materia permette allo studente di imparare a leggere un bilancio, dote non molto comune tra i neo avvocati.

Una skill come questa può fare la differenza in un colloquio di lavoro o nell’approccio con il potenziale cliente nel momento in cui si analizza la sua questione giuridica.

Atti giuridici e processo civile, atti giuridici e processo commerciale, atti giuridici e processo del lavoro

La facoltà di giurisprudenza è costituita, al 99%, da materie orali.

La professione forense, invece, richiede di saper scrivere atti e pareri.

Lo studente di giurisprudenza, quando inizia a far pratica in uno studio legale, non ha alcuna familiarità con la scrittura, che ha abbandonato per cinque anni, e deve quindi affannarsi durante la pratica a riprendere familiarità con lo scritto, sviluppando e affinando tecniche di redazione degli atti giudiziari.

Un insegnamento come quello relativo alla scrittura di atti giuridici processuali civili, commerciali o del lavoro (che troviamo per esempio nel piano di studi dell’Università di Milano) permette di avere un’infarinatura di base su come deve essere scritto un atto processuale, mettendo in pratica quanto appreso in teoria con lo studio delle materie processuali e sostanziali.

Aver inserito nel piano di studi una materia come questa, se disponibile, si rivelerà utilissimo nel momento in cui il neolaureato in giurisprudenza inizierà ad approcciarsi con la pratica forense e rappresenterà un valore aggiunto rispetto agli altri colleghi praticanti.

Coding for lawyers

Secondo Richard Susskind, noto giurista inglese e professore presso la Oxford University, la rivoluzione tecnologica sta avendo e continuerà in futuro ad avere un impatto rivoluzionario sulla professione forense, standardizzando molte attività per riuscire ad offrire servizi smart ai clienti in tempi più celeri (senza ovviamente rinunciare alla qualità).

Nel suo libro Tomorrow’s Lawyers, già nel 2017 Susskind descrive le professioni legali del futuro, tra cui l’avvocato ibrido: un professionista che ha conoscenze giuridiche, informatiche e di linguaggi di programmazione.

Un avvocato con queste competenze è in grado di collaborare con gli informatici per la creazione dei software e delle app giuridiche o di istruire un’intelligenza artificiale.

Si tratta di un mercato attualmente in costante crescita, che ha bisogno di nuove, giovani e fresche professionalità, in cui il neolaureato potrebbe aspirare ad inserirsi subito dopo aver terminato gli studi.

Frequentare già all’università un corso di coding introdurrà lo studente ai principi base del pensiero computazionale e della programmazione, potrebbe consentirgli di imparare ad utilizzare un linguaggio di programmazione (per esempio Python) e a sviluppare il pensiero computazionale, agevolandone l’applicazione interdisciplinare.

Se consideriamo che attualmente avvocati con almeno 10 anni di professione scelgono di frequentare master per imparare a utilizzare i linguaggi di programmazione per giuristi e avviarsi verso questo nuovo settore del mercato legale, capiamo bene che dedicarsi a questo tipo di materie già dai banchi universitari rappresenta un notevole vantaggio per il successivo ingresso nel mondo del lavoro.

Criminologia

L’insegnamento di criminologia, ormai presente in molte università italiane, ha lo scopo di fornire allo studente conoscenze e strumenti per studiare la criminalità, la devianza, la delinquenza, gli autori e le vittime dei reati e degli atti criminali e la loro reazione a tali fenomeni.

La conoscenza della criminologia si rivelerà essenziale, nel futuro prossimo del giovane laureato, per l’esercizio della professione in campo penale, ma non solo.

Il neolaureato potrebbe anche decidere di intraprendere, contemporaneamente alla pratica forense, anche il percorso di specializzazione in criminologia, diventando così criminologo, figura professionale che può offrire tantissimi sbocchi lavorativi, come per esempio:

  • Esperto criminologo presso gli istituti penitenziari per adulti;
    Esperto criminologo presso il Tribunale di Sorveglianza, su nomina del Consiglio Superiore della Magistratura (tale possibilità è riservata solo ai docenti di scienze criminalistiche);
    Giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni o la Corte d’appello del Tribunale per i minorenni, presentando l’apposita domanda;
    Consulente tecnico presso il Tribunale, la Procura della Repubblica o il Tribunale per i Minorenni;
    Consulente tecnico del difensore nell’ambito dell’attività investigativa.

Alcune di queste attività (come ad esempio quella di Giudice onorario) sono pienamente compatibili con l’esercizio della professione forense, per cui lo studente, nell’immaginare il suo futuro, potrebbe pensare di riuscire a svolgerle entrambe con successo.

Diritto agroalimentare

Il settore agroalimentare, in Italia, rappresenta almeno il 15% del P.I.L. nazionale.

Si tratta di uno spazio di mercato molto florido verso cui lo studente potrebbe decidere di indirizzare la sua professione, una volta conseguita la laurea e l’abilitazione forense.

Specializzarsi in diritto agroalimentare con alla base un piano di studi che abbia previsto lo specifico insegnamento permetterà al futuro avvocato di partire con il piede giusto e avere le basi giuridiche adatte per capire come seguire al meglio i clienti, tra normative nazionali ed europee.

L’insegnamento di diritto agroalimentare (disponibile, ad esempio, presso l’Università di Bologna) permetterà allo studente di conoscere le principali normative nazionali, regionali, europee e internazionali che regolano l’attività agricola (coltivazione, silvicoltura, allevamento e pesca) e la produzione e immissione sul mercato dei prodotti agricoli e alimentari.

Un’azienda che produca prodotti alimentari, qualunque sia la sua dimensione, oggi ha bisogno di consulenti specializzati in diritto agroalimentare che abbiano una conoscenza sempre aggiornata delle centinaia di norme che regolano la materia, per evitare di incorrere in sanzioni o in blocchi della produzione con conseguenze economiche negative sul bilancio finale dell’attività.

Il diritto agroalimentare, perciò, è sicuramente una materia consigliata tra quelle opzionali, data l’importanza strategica del settore all’interno dell’economia italiana.

Diritto bancario, diritto della banca e degli intermediari finanziari

Qualunque cittadino, prima o poi, si trova ad aver bisogno di una banca, per aprire un conto corrente, chiedere un mutuo, attivare una fideiussione, semplicemente aprire una carta prepagata.

Una approfondita conoscenza del sistema bancario, dei contratti bancari, delle garanzie autonome e di quelle reali a sostegno dell’impresa (pegno non possessorio e patto marciano) si riveleranno fondamentali nell’esercizio della futura attività di avvocato, sotto una molteplicità di aspetti.

L’avvocato può infatti svolgere la sua attività in difesa di una banca, curando ad esempio le procedure esecutive immobiliari nei confronti dei soggetti che non abbiano pagato le rate del mutuo.

Viceversa, l’avvocato può svolgere la sua attività difensiva nei confronti del cittadino che ritenga il contratto bancario non conforme alla legge o che sia parte in una procedura esecutiva immobiliare avviata da un istituto di credito.

La materia si presta inoltre a collegamenti interdisciplinari con il diritto dell’esecuzione, il diritto della crisi di impresa e dell’insolvenza, ambiti di specializzazione in espansione.

La crisi economica degli ultimi anni ha reso questi settori particolarmente bisognosi di professionisti specializzati, quindi approfondire questi argomenti già all’università rappresenta un importante bagaglio di conoscenze per il futuro avvocato.

Diritto cinese

La Cina è una delle principali potenze economiche e politiche a livello mondiale, ed è da tempo un partner commerciale di primo piano per l’Italia: pensiamo che nel 2018 l’interscambio complessivo tra Italia e Cina ha superato i 43 miliardi di euro, e che la Cina è il nono mercato di destinazione dell’export italiano (dati del Ministero dell’Economia).

Secondo l’I.C.E. (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) le imprese italiane in Cina sono più di 1.500, e i settori di interesse per le aziende italiane nel paese del Sol Levante riguardano la moda, l’agroalimentare, la meccanica strumentale, l’ambiente, l’energia sostenibile, l’urbanizzazione sostenibile, le smart cities, le infrastrutture, i trasporti, le tecnologie spaziali.

Ogni impresa italiana con interessi in Cina ha perciò bisogno di avvocati che sappiano come muoversi tra la normativa italiana e quella cinese.

Considerato che la Cina, secondo le previsioni, nei prossimi anni espanderà sempre più la sua potenza economica, è bene considerare, già dall’università, di essere pronti ad operare in questo campo, molto tecnico e redditizio.

Nel bagaglio di un futuro avvocato che si occupi di diritto internazionale, non potranno perciò mancare le basi dello sviluppo ed evoluzione del diritto cinese, dei suoi fondamenti, delle sue fonti e istituzioni, che se acquisite sin da studente rappresenteranno una marcia in più nella costruzione del professionista specializzato nell’assistenza alle imprese che commerciano con il Sol Levante.

L’insegnamento del diritto cinese è raro nelle università pubbliche, mentre è sempre più diffuso negli Atenei privati.

Diritto d’autore

Diritto della proprietà industriale e della concorrenza, sicurezza aziendale e brand protection

La legge 22 aprile 1941 n. 633 protegge il diritto d’autore e la proprietà intellettuale; la tutela della proprietà industriale è invece assegnata all’omonimo codice.

Le opere dell’ingegno di carattere creativo oggetto di diritto d’autore sono molteplici: letteratura, musica, arti figurative, architettura, teatro, cinema, indipendentemente dal modo o dalla forma di espressione.

Le opere dell’ingegno sono oggetto violazioni di ogni tipo, che si sono moltiplicate a dismisura con l’avvento di Internet e dei social network.

Non è raro, infatti, imbattersi in violazioni del diritto d’autore, ad esempio, su un post social o all’interno di un video, su un sito web di e-commerce, persino su un meme.

Sia gli autori che gli utilizzatori “illeciti” delle opere necessitano di specifiche e competenti tutele, che solo un avvocato può offrire.

L’epoca dei talent, inoltre, ha ampliato a dismisura la platea di artisti (soprattutto cantautori) che necessitano di assistenza legale focalizzata sul diritto d’autore e sul copyright.

Mai come nel terzo millennio è inoltre fondamentale conoscere il concetto di marchio, invenzione e brevetto, e le relative tutele apprestate dalla legge: la società dei social network, infatti, si fonda solo ed esclusivamente sui singoli brand, che richiedono professionalità altamente specializzate che sappiano fornire risposte immediate ai problemi causati dalle quotidiane violazioni da parte di terzi.

Seguire sin dall’università un corso che introduca al concetto di diritto d’autore, agli strumenti di protezione dell’utilizzazione economica dell’opera, che fornisca allo studente i principi generali della proprietà intellettuale, di marchio e brevetto, anche tramite lo studio dei casi concreti e delle specifiche banche dati, rappresenta un importante punto di partenza per il futuro avvocato del copyright.

Diritto degli stranieri, diritto dell’immigrazione, diritto europeo dell’immigrazione, diritto delle migrazioni

L’Italia, splendida penisola bagnata per tre parti dal mare, è il punto di approdo delle navi di tantissimi disperati che, da paesi in cui vivono in condizioni ostili e disagiate per ragioni di varia natura, cercano di trovare fortuna in Europa.

Il settore degli avvocati che si occupano di immigrazione probabilmente, non conoscerà mai la crisi della professione.

Sempre più facoltà universitarie si stanno accorgendo della crescente richiesta di figure specializzate nell’assistenza giuridica agli immigrati, offrendo agli studenti il corso di diritto degli stranieri o diritto dell’immigrazione.

Tramite questo tipo di insegnamento, lo studente acquisirà le basi sull’evoluzione del fenomeno, sui sistemi di protezione regionale ed europei, imparando a conoscere la politica di asilo, il sistema di asilo europeo, la protezione sussidiaria, il sistema Dublino, le misure di protezione temporanea e di ripartizione degli oneri tra gli stati europei.

Le conoscenze acquisite dallo studente in diritto dell’immigrazione saranno immediatamente utilizzabili dal futuro avvocato nell’ambito dell’esercizio della professione al servizio di immigrati o associazioni che danno assistenza agli stranieri.

Diritto dei media, diritto dell’informazione e della comunicazione digitali, diritto dei media digitali

L’informazione, in particolare quella digitale, rappresenta un importante settore in cui il futuro avvocato può decidere di offrire ai potenziali clienti la sua professionalità e competenza.

I professionisti che operano nel settore giornalistico, soprattutto digitale, necessitano della costante assistenza di un avvocato che monitori a priori le attività prima che vengano messe online, per evitare di incorrere in violazioni di legge.

Una testata giornalistica, specie se online, se non assistita da un consulente potrebbe violare le norme del diritto d’autore, quelle sulla privacy, oltrepassare il diritto di cronaca, critica o satira, incorrere in illeciti penali per aver leso l’onore o la reputazione di uno dei protagonisti del servizio.

Scegliere, sin dall’università, di frequentare come insegnamento opzionale un corso di diritto dei media o di diritto dei media digitali consentirà al futuro avvocato di acquisire le conoscenze basilari per effettuare questo tipo di consulenza ancor prima di ottenere l’esame di abilitazione forense, inserendosi così in un circuito in costante espansione.

Diritto dell’arbitrato nazionale e internazionale

L’arbitrato è uno strumento di risoluzione alternativa delle controversie (A.D.R.).

La riforma Cartabia, quale obiettivo fondamentale del P.N.N.R. in materia di giustizia, ha fortemente incentivato il ricorso all’arbitrato come risoluzione alternativa delle controversie, nell’ottica di deflazionare i tribunali ordinari.

In attuazione del P.N.N.R., aumenterà la richiesta di professionisti specializzati nell’arbitrato.

I corsi in diritto dell’arbitrato consentono a uno studente di approfondire maggiormente, rispetto all’insegnamento obbligatorio di diritto processuale civile, questo strumento di A.D.R., soffermandosi, ad esempio sulle caratteristiche generali dell’arbitrato, sui tipi di arbitrato esistenti (arbitrato rituale e irrituale, arbitrato da hoc e arbitrato amministrativo o istituzionale, arbitrato interno, internazionale, straniero), sulla figura dell’arbitro e sui requisiti per l’assunzione dell’incarico.

Lo studente potrebbe anche decidere di dedicare il suo percorso universitario e professionale a diventare arbitro, inserendosi così in un settore che, per volere nazionale ed europeo, nei prossimi anni vedrà una crescita costante.

Diritto dell’energia

Il P.N.N.R. ha stanziato oltre 40 miliardi di euro per la transizione ecologica.

È ragionevole prevedere, per l’immediato futuro, un’impennata nella richiesta di professionisti legali che si occupino di materie connesse al diritto dell’ambiente e all’energia, con particolare attenzione al settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica.

La frequenza di un corso in diritto dell’energia può perciò essere determinante, in questo momento storico, per il futuro sviluppo professionale dell’aspirante avvocato.

Diritto dell’era digitale

Diritto e intelligenza artificiale
Informatica giuridica e diritto della privacy, tutela e protezione dei dati personali, sicurezza informatica, privacy e protezione dei dati sensibili
Intelligenza artificiale e diritto, intelligenza artificiale, processo civile e avvocatura
Smart cities, artificial intelligence and digital transformation law

L’avvocato del domani di Richard Susskind non può non conoscere i fondamenti del diritto dell’era digitale.

La frequenza di un corso del genere, a mio personale parere, dovrebbe rientrare tra le materie obbligatorie, perché è impensabile che un laureato in giurisprudenza oggi non conosca quantomeno i fondamenti del diritto legati al mondo digitale, attualmente molto fiorente sotto il profilo dei possibili sbocchi professionali.

Le competenze digitali che un avvocato oggi dovrebbe avere sono molteplici: hardware, software, algoritmi, reti, privacy, documento e firma digitale, strumenti finanziari dematerializzati, pagamenti elettronici e moneta digitale, Internet of Things, Blockchain, Smart contract, Intelligenza artificiale, robotica, Big data, social network, democrazia elettronica, cybersecurity, Legal Design.

Un solo insegnamento generale in diritto digitale non potrà sicuramente essere esaustivo, ma fornirà allo studente quantomeno le basi per diventare un avvocato ibrido e iniziare a “sporcarsi le mani” con uno dei nuovi spazi di mercato offerti dal mondo digitale, a tutela di privati e imprese, ponendo le basi per la sua futura professione in un settore economico e giuridico in costante espansione.

Il consiglio è di seguire, dopo l’insegnamento di diritto dell’era digitale, anche uno degli specifici corsi opzionali offerti dalle università sul tema del legaltech: trattandosi di un settore in forte crescita, le conoscenze acquisite si riveleranno preziose nell’esercizio della professione di avvocato.

Diritto dell’esecuzione civile

Uno studente di giurisprudenza non sa che tra le attività che un avvocato può svolgere sin dall’abilitazione, in stretta collaborazione con il Tribunale, è quella del custode giudiziario e del professionista delegato alle operazioni di vendita immobiliare.

Si tratta di due figure di ausilio al Giudice dell’Esecuzione, che devono avere un’approfondita conoscenza del diritto dell’esecuzione civile.

La scelta di questo tipo di insegnamento si rivelerà utile, all’indomani del superamento dell’esame di abilitazione, nell’esercizio dell’attività di ausiliario del giudice contemporaneamente a quella di legale.

Diritto della crisi di impresa e dell’insolvenza, diritto fallimentare

La crisi di impresa, l’insolvenza e il sovraindebitamento rappresentano un settore legale in costante crescita, a causa delle difficoltà economiche derivanti dalla crisi economica globale.

Le imprese e i singoli cittadini sono sempre più alla ricerca di professionisti altamente specializzati in questo campo, che sappiano ben consigliarli e seguirli nelle procedure di liquidazione giudiziale, concordato, liquidazione coatta, amministrazione straordinaria.

Una materia opzionale come questa è altamente formativa per il futuro avvocato, e sarà immediatamente spendibile nel mercato del lavoro.

Diritto penale dell’ambiente

Abbiamo già detto sopra dell’importanza dell’ambiente e dell’energia nei piani di sviluppo del P.N.N.R.

Un avvocato che si occupi di diritto penale dell’ambiente, reati in materia di rifiuti, inquinamento (idrico, atmosferico, elettromagnetico), urbanistica, tutela del paesaggio e delle bellezze naturali, è una figura altamente richiesta sia dalle aziende che dalla pubblica amministrazione.

Approfondire sin dall’università questa tematica, perciò, consentirà allo studente di acquisire sin da subito la padronanza del linguaggio tecnico-giuridico e le conoscenze specifiche del settore, da sfruttare nell’immediatezza all’indomani del conseguimento dell’abilitazione forense.

Diritto penale dell’informatica

I reati informatici hanno avuto un’impennata a partire dal 2020, quando la pandemia ha costretto tutto il mondo dentro casa.

Il giovane studente, perciò, sceglierà di frequentare l’insegnamento di diritto penale dell’informatica per esercitare l’attività forense proprio in questo specifico settore sin dal conseguimento del titolo di avvocato.

L’insegnamento permette di approfondire i profili sostanziali e processuali dei principali reati informatici, tra cui:

  • Tutela penale del diritto d’autore (software e banche dati),
  • Frode informatica,
  • Truffa e frode informatica,
  • Indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito,
  • Accesso abusivo a sistema informatico,
  • Possesso e diffusione abusiva di codici d’accesso,
  • Danneggiamento informatico,
  • Diffusione di programmi finalizzati a danneggiare un sistema informatico (virus, ecc.).

Diritto tributario e giustizia tributaria

Non tutte le università inseriscono il diritto tributario tra le materie fondamentali.

In questi casi, è fortemente consigliabile frequentare la materia come insegnamento a scelta dello studente.

Il settore degli avvocati tributaristi e fiscalisti, mai in crisi, è uno di quelli che possono aiutare il neo avvocato, sin dall’inizio della carriera, a creare una nicchia di clientela con la quale instaurare un rapporto di fiducia duraturo nel tempo.

Il diritto tributario è estremamente complesso e deve essere approfondito, al pari delle altre materie sostanziali, sin dagli studi universitari, per poter acquisire le conoscenze di base sull’ordinamento tributario, sulle imposte sui redditi e sul valore aggiunto, sui tributi locali e sul processo tributario, diverso rispetto a quello civile, penale e amministrativo.

Per far capire allo studente quanto il diritto tributario sarà utile nello svolgimento della professione, basta porsi una semplice domanda: chi di voi non ha mai ricevuto una cartella esattoriale? Ogni soggetto che riceve un atto impositivo rappresenta il potenziale cliente di un giovane avvocato che decida di focalizzare la propria attività sulla materia tributaria.

L’insegnamento di diritto tributario permetterà perciò sin da subito al giovane avvocato di offrire al potenziale cliente una consulenza a 360° sull’argomento, con ottime prospettive di carriera sia nell’assistenza di privati e imprese che nell’assistenza di Agenzia delle Entrate e Riscossione (la vecchia Equitalia).

Tecniche di ricerca giuridica

Ogni avvocato, per redigere un atto processuale o fornire una consulenza, deve porre alla base della sua attività una ricerca giuridica che gli consenta di approfondire l’oggetto del suo incarico.

Per poter fare ciò, l’avvocato deve conoscere le tecniche di ricerca giuridica, le varie metodologie di ricerca, le tecniche di interrogazione delle banche dati e dell’intelligenza artificiale.

Solitamente, gli avvocati devono frequentare corsi per acquisire queste competenze.

Avere la possibilità di acquisire le nozioni relative alle tecniche di ricerca giuridica sin dall’università consente al futuro avvocato di approcciare alla pratica forense e alla professione con una marcia in più rispetto a chi non ha frequentati questo tipo di corso universitario.


Per la preparazione all’esame di avvocato si segnala:

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