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Fisco News

Scompare Equitalia e arriva l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, un nuovo ente pubblico con poteri maggiori: potrà pignorare stipendi , accedere al conto corrente bancario dei cattivi pagatori e prelevare la cifra dovuta senza bisogno del giudice. Questo per i contributi Inps, cartelle esattoriali, ma anche per multe e bollo automobilistico. A stabilirlo una riforma del Governo Renzi dell’ottobre 2016 che entra in vigore dal 1 luglio 2017.

Dal 1 luglio 2017 il pignoramento del conto corrente diventa più facile in caso di debiti fiscali e cartelle. La nuova Agenzia delle Entrate-Riscossione – che ha preso il posto di Equitalia – avrà la facoltà di accedere a diverse banche dati, procedendo al pignoramento dei conti correnti in modo diretto senza dover richiedere l’apposita autorizzazione al giudice. La novità è che le somme saranno immediatamente bloccate e rigirate al fisco, per gli importi a debito.

COSA CAMBIA
La nuova Agenzia delle Entrate-Riscossione – che opera sotto la vigilanza del Ministero dell’economia e delle Finanze – avrà l’accesso ai dati dell’Anagrafe Tributaria. Ed è tale possibilità a consentire il pignoramento dei conti correnti senza bisogno di attivare la procedura di autorizzazione di un giudice.  L’Agenzia delle Entrate-Riscossione potrà accedere anche alla banca dati dell’Inps, ottenere le informazioni che le servono (come ad esempio i dati relativi al rapporto di lavoro) e procedere a pignorare lo stipendio, la pensione, le indennità.

COSA SUCCEDE
In pratica l’Agenzia delle Entrate-Riscossione nel momento stesso in cui notifica la cartella esattoriale non deve rivolgersi al giudice per citare in giudizio il debitore e attendere la sentenza, in quanto la cartella di pagamento è in sé già un atto esecutivo al pari dell’atto di precetto (ossia l’atto che intima al debitore il pagamento del debito entro 10 giorni dalla notifica) e pertanto può procedere  al pignoramento del conto corrente  se, passati 60 giorni dalla notifica, la cartella esattoriale non è stata pagata. Trascorsi i 60 giorni l’Ente della riscossione può subito inviare alla banca l’atto di pignoramento ancora prima di notificarlo all’interessato, per poi invitare quest’ultimo al pagamento di quanto dovuto entro altri 60 giorni. Se il debitore persevera e continua a non pagare quanto dovuto, il Fisco richiede alla banca di versare l’importo pari al debito, senza necessità di rifarsi a un giudice per far emettere il relativo provvedimento.

COME EVITARE DAL PIGNORAMENTO
Il contribuente che riceve la notifica del pignoramento conto corrente, per impedirlo e difendersi, deve presentare entro 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento una richiesta di rateizzazione. Solo una volta accettata la richiesta di dilazione della cartella e pagata la prima rata del piano di ammortamento, il contribuente può presentare la richiesta di sblocco del conto corrente.

Alessandro Pistilli

Commercialista
Per ulteriori info: www.studiopistilli.com service@studiopistilli.com.

07/06/2017

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