Tra le pieghe di un provvedimento destinato al settore dell’agricoltura, spunta “a sorpresa”, la proroga di due anni dei termini per la notifica degli atti di recupero degli avvisi di accertamento in scadenza tra il 31 dicembre 2023 e il 31 dicembre 2025. Trattandosi di una norma contenuta all’interno di un decreto legge già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, la proroga è già in vigore e si deve, quindi, auspicare che debba ritenersi limitata solo al recupero degli aiuti fiscali automatici e non automatici non dichiarati.
Quello del termine di decadenza degli accertamenti fiscali è un tema già “scottante” di suo, tenuto conto dell’orientamento giurisprudenziale, che va sempre più consolidandosi, sull’illegittimità dell’applicazione delle proroghe di 85 giorni a tutti gli accertamenti non scaduti nel periodo dall’8 marzo al 31 maggio 2020.[1]
Ora, pressoché nascosta tra le mille pieghe di un provvedimento destinato a introdurre agevolazioni a favore dei settori dell’agricoltura, pesca e acquacoltura, spunta una norma che di fatto sembra comportare una proroga di ben due anni per la notifica degli atti di recupero e, soprattutto, degli avvisi di accertamento in materia di imposte dirette.
Tuttavia, stando alle finalità della norma, si dovrebbe ritenere che la proroga non sia estensibile alle ordinarie attività di accertamento, anche se una precisazione in tal senso nel provvedimento di legge sarebbe opportuna per evitare ogni fraintendimento.
La nuova norma che proroga gli atti di recupero degli Aiuti di Stato
La Gazzetta Ufficiale n. 112 del 15 maggio 2024 pubblica anche il decreto legge 15 maggio 2024, n. 63, recante le “Disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura, nonché per le imprese di interesse strategico nazionale.
La rubrica dell’art.
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