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«La situazione sta peggiorando, ricevo persone che mi chiamano da tutta la provincia. Ne vedo di tutti i colori, sfortunatamente: gente che aveva preso un finanziamento e ha perso il lavoro. E le rate da pagare diventano insostenibili». Se si parla di sovraindebitemento, c’è una possibile via d’uscita: l’organismo di composizione delle crisi. Il referente è Maurizio Rubini, che in questo periodo di Covid ha visto incrementare il numero di chi non ce la fa più.
Costituito congiuntamente dagli ordini degli avvocati e dei dottori commercialisti, è presieduto da Guglielmo Ascenzi. Rubini è il filtro. «L’organismo – dice – riceve piccole imprese non fallibili o privati, che hanno accumulato debiti e non riescono a farvi fronte. Si segue il debitore per preparare la documentazione necessaria alla presentazione della domanda di sovraindebitamento». E’ una sorta di accordo, «fatto però sotto l’indirizzo del nostro organismo. Poi deve essere approvato dal tribunale.
L’operazione dura da 4 a 12 mesi, dipende dalle situazioni. Vanno riscontrati i crediti, ad esempio alla Camera di Commercio per i protesti, o all’Inps ed Equitalia».
Per capire la portata delle difficoltà attuali, Rubini fornisce qualche dato. «In questo momento vengono a cercarci circa 50-60 persone l’anno: la metà delle domande vengono lavorate, le altre sono scartate perché impossibili da gestire o perché c’è chi rinuncia». La legge che regola il sovraindebitamento è stata notevolmente innovata alla fine del 2020. «Ora è prevista una particolare procedura per gli incapienti: si rivolge a chi non ha più un attivo da offrire ai creditori, magari perché licenziato o gli è stato pignorato il conto. Per una sola volta il tribunale può intervenire per esdebitarlo, cosa che in questo periodo può essere molto utile».
Con il Covid la situazione sta peggiorando. Anzi, «si sta incancrenendo: tanta gente ha perso il lavoro, piccole imprese non vanno più avanti, qualcuno ha subito tracolli. Il sovraindebitamento e la strada aperta per gli incapienti in alcuni casi possono essere l’unica soluzione». Il creditore accetta? «Con la nuova legge sono cambiate parecchie cose. Una novità riguarda Equitalia, che spesso vota negativamente. Ora il giudice delegato, la presidente del tribunale Maria Rosaria Chiovelli, può arrivare all’esdebitamento o alla riduzione del credito nel caso in cui venga attestato che questa ipotesi sia migliore di quella liquidatoria. Dunque – conclude – anche in caso di voto contrario del creditore».
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