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Spesso capita che la cessione di un credito maturato per
interventi edilizi non vada in porto con una banca, con Poste
Italiane o con una compagnia di Assicurazioni. Il motivo del
rifiuto potrebbe essere, per esempio, un documento non conforme o
un’incongruenza tra quanto ceduto e quanto asseverato o
semplicemente perché il cessionario non ha più intenzione di
comprare il credito.

Cosa fare dopo un rifiuto di acquisto del credito?

In questo caso, nulla è perduto. Infatti, il credito torna nella
disponibilità del cedente che, dopo aver sistemato i documenti
contestati, può nuovamente cedere il credito ad un altro istituto
di credito, ma anche ad un privato o ad un’impresa. Infatti, il
rifiuto di accettazione del credito da parte della banca o di Poste
non pregiudica la nuova cessione che ritorna ad essere una “prima
cessione”.

Il manuale dell’Utente della Piattaforma Cessione Crediti,
rilasciato dall’Agenzia delle Entrate nella nuova versione di
maggio 2023, sottolinea l’importanza del “rifiuto” da parte del
cessionario. A pagina 19 si ricorda che “in caso di rifiuto
(es. perché la cessione o i relativi dati sono errati) il credito
tornerà nella disponibilità del cedente. Il rifiuto è
indispensabile
, inoltre, per neutralizzare gli
effetti delle opzioni per lo sconto o la prima cessione del
credito
che sono state comunicate in modo errato. Si
raccomanda, pertanto, di procedere tempestivamente al rifiuto delle
cessioni dei crediti che dovessero risultare errate o che si
ritiene di non poter accettare
”.

2022 o 2023: cosa cambia?

Se si tratta di crediti maturati per spese sostenute nel
2023
, la cessione potrà essere comunicata all’Agenzia
delle Entrate entro il 16 marzo 2024.

La situazione è più complessa se si tratta di crediti maturati
per spese sostenute nel 2022. Il Decreto Legge
11/2023, con l’art. 2-quinquies, ha messo un limite all’utilizzo
della remissione in bonis, cioè quella procedura giuridica
che permette di presentare in ritardo una comunicazione all’Agenzia
delle Entrate oltre il termine previsto ma entro il termine per la
presentazione della dichiarazione dei redditi, pagando
contestualmente una sanzione di 250 euro, sempre se sussistono
tutte le condizioni previste dalla legge.

Le comunicazioni di cessione dei crediti per le spese sostenute
nel 2022 andavano effettuate entro il 31 marzo
2023
. Per poter comunicare la cessione occorreva
aver stipulato un contratto di cessione prima di
quella data. Se il contratto non era stato sottoscritto entro il 31
marzo, prima dell’approvazione del D.L. 11/2023 c’era sempre la
possibilità di presentare la comunicazione entro il termine per la
presentazione della dichiarazione dei redditi per la cessione dei
crediti a chiunque. Con l’approvazione del D.L. 11/2023 questa
possibilità è limitata alla sola cessione verso istituti di credito
o compagnie di assicurazioni (“La comunicazione per l’esercizio
dell’opzione di cessione del credito di cui all’art. 3, comma
10-octies, del D.L. 198/2022, convertito, con modificazioni, dalla
L. 14/2023, qualora il contratto di cessione non sia  stato
concluso alla data del 31 marzo  2023, può essere effettuata
dal beneficiario della detrazione con le modalità ed entro i
termini di cui all’art. 2, comma 1, del D.L. 16/2012, convertito,
con modificazioni, dalla L. 44/2012, se la cessione è eseguita a
favore di banche, intermediari finanziari iscritti nell’albo
previsto dall’articolo 106 del testo  unico delle leggi in
materia bancaria e creditizia, di cui al D.Lgs. 385/1993, società
appartenenti a un gruppo bancario iscritto nell’albo di cui
all’articolo 64 del medesimo testo unico o imprese di assicurazione
autorizzate a operare in Italia ai sensi del codice delle
assicurazioni private, di cui al D.Lgs. 209/2005”).

Le regole della cessione per le spese del 2022

Pertanto, con riferimento alle spese sostenute nel 2022, per chi
ha intenzione di cedere i crediti, si riassumono le seguenti
regole:

  1. Per i contratti stipulati prima del 31 marzo
    2023, le prime cessioni possono essere effettuate dal 1°aprile 2023
    al 2 ottobre 2023 (in caso di presentazione della dichiarazione dei
    redditi Mod. 730) oppure al 30 novembre 2023 (in caso di
    presentazione della dichiarazione dei redditi Mod. Redditi) con
    remissione in bonis a favore di
    chiunque
    ;
  2. Per i contratti stipulati dopo il 31 marzo
    2023, le prime cessioni possono essere effettuate con
    remissione in bonis solo a favore di banche,
    intermediari finanziari o imprese di assicurazione
    .

In alternativa, chi non ha la possibilità di trovare un
acquirente, può optare per la detrazione diretta
in dichiarazione dei redditi “spalmando” il credito maturato per il
2022 in dieci anni, facendo attenzione a non
iniziare a detrarre nella dichiarazione da fare quest’anno (modello
Redditi 2023 o 730/2023) ma dalla dichiarazione da fare l’anno
prossimo (modello Redditi 2024 o 730/2024).

A cura di Dott. Luciano
Ficarelli

Dottore Commercialista
Esperto in bonus edilizi
Abilitato al rilascio del Visto di Conformità

© Riproduzione riservata

 

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