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Come funziona la partita Iva forfettaria, come aprirla, quante tasse si pagano e nuovi adempimenti obbligatori da gennaio 2024

Quali sono le novit previste per chi ha partita Iva forfettaria al 15%?

La Manovra Finanziaria 2024 ha confermato a 85mila euro il limite di ricavi o compensi per l’applicazione della tassazione agevolata al 15% per Partite Iva ma ha anche esteso l’obbligo di emissione di fatture elettroniche a tutti i titolari di Partite Iva forfettarie indipendentemente da importi di ricavi e compensi annui percepiti. 

 

La Manovra Finanziaria 2024 ha confermato a 85mila euro il limite di ricavi o compensi per l’applicazione della tassazione agevolata al 15% per Partite Iva ma ha anche introdotto nuovi adempimenti obbligatori per tutti. Vediamo nella guida seguente di fornire tutte le spiegazioni necessarie sulla Partita iva forfettaria al 15%. 

  • Partita iva forfettaria al 15% chi può aprirla 
  • Come aprire una Partita iva forfettaria al 15%
  • Quali sono le tasse da pagare per una Partita Iva forfettaria al 15%
  • Nuovi adempimenti obbligatori per chi ha una Partita Iva forfettaria al 15%

Partita iva forfettaria al 15% chi può aprirla 

La partita Iva in regime forfettario con aliquota al 15% può essere aperta da tutti i titolari di partita Iva che esercitano un’attività di impresa, arte o professione in forma individuale con guadagni annui entro gli 85mila euro.

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che è prevista l’uscita immediata dal regime forfetario se si supera la soglia di 100mila euro di ricavi o compensi percepiti in corso dell’anno ma, come specificato dalle stesse Entrate, con decorrenze diverse per l’Iva e per le imposte dirette.

Per l’Iva, infatti, il periodo d’imposta decorre dalla data di incasso, che comporta il superamento del limite di 100mila euro in corso d’anno, per cui se l’incasso è contestuale all’emissione del documento, allora deve riportare l’Iva a debito e l’eventuale ritenuta d’acconto, mentre se l’incasso è successivo all’emissione della fattura, bisogna integrarla con una nota di debito per l’importo della corrispondente Iva.

L’Agenzia delle Entrate ha specificato, inoltre, che chi già nel 2022 ha conseguito ricavi o compensi superiori a 65mila euro, ma inferiori a 85mila, passando nel regime ordinario, può rientrare nel regime forfettario agevolato.

Per aprire e mantenere una partita iva forfettaria al 15% bisogna in particolare:

  • avere ricavi annui entro gli 85mila euro;
  • essere residente in Italia o produrre almeno il 75% del reddito in Italia;
  • non aver beneficiato di altri regimi speciali Iva o di regimi forfettari per la determinazione del reddito;
  • non partecipare a società di persone, associazioni professionali, SRL trasparenti contemporaneamente all’esercizio dell’attività;
  • non cedere fabbricati, terreni edificabili o mezzi di trasporto nuovi;
  • non avere partecipazioni di controllo in SRL la cui attività sia riconducibile direttamente o indirettamente all’attività svolta con partita Iva individuale;
  • non fatturare prevalentemente per datori di lavoro con cui sono in corso rapporti di lavoro o ci sono stati nei due anni precedenti.

Come aprire una Partita iva forfettaria al 15%

Per aprire una partita Iva forfettaria bisogna presentare richiesta direttamente online all’Agenzia delle Entrate, o, in alternativa, recarsi presso un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate.

In particolare, se si decide di aprire una nuova partita Iva forfettaria al 15% presso un ufficio dell’Agenzia delle Entrate, bisogna esibire un documento di riconoscimento, compilare e consegnare il modello AA9/12 in caso di persone fisiche o AA7/10 in caso di soggetti diversi. Si tratta della dichiarazione di inizio attività che deve essere consegnata entro 30 giorni dall’avvio della propria attività professionale autonoma.

In alternativa, si può anche fare richiesta anche tramite l’apposito software dell’Agenzia o inviando una raccomandata con ricevuta di ritorno.

Quali sono le tasse da pagare per una Partita Iva forfettaria al 15%

I titolari di Partite Iva in regime fiscale forfettaria entro la soglia reddituale di 85mila euro pagano le tasse con aliquota al 15% ed è anche prevista sia esenzione dal pagamento dell’Iva e sia una riduzione del 35% dei contributi Inps dovuti, che si applica se viene inviata apposita comunicazione all’Inps entro la scadenza del 29 febbraio.

L’agevolazione spetta a chi svolge attività d’impresa e ha l’obbligo di iscrizione alla gestione separata Inps artigiani e commercianti, mentre non vale per i titolari di partita Iva forfettaria che svolgono professioni senza obbligo di iscrizione al CCIAA (Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura), senza obbligo di iscrizione a una cassa professionale e con obbligo di iscrizione alla gestione separata Inps professionisti senza cassa.

Chi ha, dunque, la Partita Iva forfettaria è quindi esonerato dalla presentazione della dichiarazione Iva e dalla registrazione corrispettivi.

Nuovi adempimenti obbligatori per chi ha una Partita Iva forfettaria al 15%

Per i titolari di Partita Iva forfettari al 15% da gennaio 2024 si prospettano nuovi adempimenti obbligatori che riguardano l’emissione di fatture elettroniche. 


Dal primo gennaio 2024 è, infatti, in vigore l’obbligo di fatturazione elettronica per tutti coloro che hanno una Partita Iva, anche forfettaria e indipendentemente dai ricavi o compensi conseguiti nell’anno precedente.

Per emettere fatture elettroniche, chi ha la Partita Iva forfettaria può usare il servizio online dell’Agenzia delle Entrate: Fatture e Corrispettivi o, in alternativa, è possibile scegliere e usare un software a pagamento dedicato alla fatturazione elettronica, per la gestione del processo di emissione e conservazione delle fatture elettroniche.

Una volta scelto il software, bisogna compilare la fattura inserendo i dati di mittente e destinatario:

  • nome della ditta/denominazione/ragione sociale, nome e cognome, indirizzo;
  • numero di partita Iva;
  • regime fiscale (RF02 per Contribuenti minimi o RF19 per Regime Forfettario);
  • Cassa previdenziale, per esempio come Cassa di previdenza e assistenza per gli ingegneri e architetti (INARCASSA), Cassa di previdenza e assistenza geometri (CIPAG), cassa di previdenza e assistenza forense, etc.
  • Scegliendo alcuni software, basta inserire i dati solo la prima volta per poi averli in automatico nelle successive fatture.
  • Inseriti i propri dati nella fattura, si passa poi all’inserimento dei dati del cliente o consumatore:
  • nome della ditta/denominazione/ragione sociale, nome e cognome, indirizzo;
  • numero di partita Iva;
  • Codice destinatario o codice univoco, che identifica il destinatario della fattura e aiuta il Sistema di Interscambio a recapitare la fattura o, in alternativa, Pec del cliente. 

Bisogna poi inserire i dati della fatturazione che sono:

  • numero progressivo, ma nella maggior parte dei casi è il software stesso a suggerire il numero, tenendo il conteggio per evitare errori di numerazione;
  • data;
  • prodotti e servizi, con unità vendute, prezzo e prodotti o servizi non soggetti ad Iva, visto che per il regime forfettario è prevista l’esenzione dal pagamento Iva;
  • dati di pagamento.

Se l’importo delle fatture è superiore ai 77,47 euro, bisogna applicare l’imposta di bollo di 2 euro e, in fase di compilazione della fattura elettronica, bisogna riportare ‘SI’ nel campo ‘Bollo Virtuale’. Infine, bisogna apporre la firma digitale della fattura elettronica e inviarla al Sistema di Interscambio. 

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