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Foto di Giuseppe Gallo su Unsplash

Ai Green Salina Energy Days di Malfa riflettori sulla geotermia offshore per le Eolie

L’Italia, si sa, nella geotermia è una potenza mondiale. Come noto il primo impianto geotermico della storia è quello di Larderello, in provincia di Pisa, ma da qualche anno il settore è fermo. Si potrebbe far molto di più – uno studio The European House Ambrosetti segnala che con solo il 2% del potenziale geotermico e nei primi 5 km di profondità l’Italia potrebbe generare a emissioni nulle il 10% della produzione elettrica al 2050 – ma da qualche anno il settore non cresce. Forse la geotermia offshore potrà avere maggior fortuna.

Con l’ok al (famigerato) FER 2 la Commissione europea ha dato luce verde a uno schema di aiuti di stato per una capienza massima di 35,3 miliardi di euro, proposto dal governo italiano per sostenere la produzione da fonti rinnovabili. Priorità alle tecnologie “non ancora mature” – tra le quali rientrano geotermia ed eolico offshore – realizzando impianti per 4,6 GW di nuova capacità rinnovabile installata. Notizia accolta con favore alle Eolie dove lo sviluppo della geotermia offshore nell’arcipelago e nel Tirreno meridionale potrebbero ricevere ulteriore stimolo. Se ne è parlato ai Green Salina Energy Days, a Malfa, a nord dell’isola, dal 5 al 7 giugno, organizzati dall’associazione Isole sostenibili con il sostegno di ANCE Sicilia. 

Il potenziale della geotermia offshore alle Eolie

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) con il progetto IRGIE sta aggiornando la mappatura delle fonti geotermiche presenti attorno alle isole minori siciliane, lavoro che è già a buon punto, come ha riferito Fabio Di Felice, coordinatore INGV con Monia Procesi del progetto. IRGIE sta per Inventario delle Risorse Geotermiche delle Isole Eolie ed è un progetto in corso fino al 2026 tra INGV e Regione Siciliana. Lo scopo è garantire in maniera sostenibile l’autonomia energetica delle Piccole isole, come quelle dell’arcipelago eoliano. Isole oggi estremamente dipendenti da soluzioni energetiche fossili come i generatori a gasolio, non sostenibili sia dal punto di vista economico che ambientale. Dunque una ricognizione delle risorse geotermiche dell’arcipelago, e alla mappatura seguirà la realizzazione di un pozzo geotermico sperimentale sui fondali al largo di Panarea.

La fonte potrebbe fornire elettricità all’isola e alimentare anche il mini dissalatore che sarà realizzato con i fondi della misura ‘Isole Verdi’ del PNRR. Come segnala un comunicato, spulciando tra i residui di spesa della misura da riutilizzare, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e il Dipartimento regionale Siciliano Energia stanno verificando la possibilità di individuare le risorse per realizzare il pozzo geotermico sperimentale, circa 200mila euro.

Intanto, ricercatori e ricercatrici INGV del progetto IRGIE, finanziato dal Dipartimento dell’Energia della Regione Siciliana, lavorano alla valutazione in dettaglio delle potenzialità geotermiche delle sette isole dell’Arcipelago delle Eolie. Si punta all’utilizzo della risorsa geotermica sia bassa (30°C-100°C), che media (100°C-150°C) e alta temperatura (>150°C). Lo scopo è individuare i possibili usi diretti – come il raffrescamento e riscaldamento di ambienti – e indiretti – come la produzione di elettricità – , applicando il meglio delle moderne tecnologie e in accordo con la domanda locale, nelle varie fasi dell’anno. Esigenze legate alle prestazioni energetiche degli edifici che andranno raffrescati e riscaldati.

La strada verso l’autonomia energetica sostenibile

Ai Green Salina Energy Days il Comune di Malfa ha lanciato l’idea di realizzare un ‘living lab’ e un Energy center per realizzare progetti pilota di efficientamento degli edifici, fornendo assistenza a professionisti e imprese locali, formando giovani e trasferendo competenze. A seguire il progetto l’associazione Isole sostenibili, segnala il vicepresidente Francesco Cappello, con il supporto tecnico di ANCE Sicilia e CNA. 

“Le Eolie, grazie all’impiego di materiali naturali come la pomice e la pietra lavica e le tradizionali tecniche costruttive del luogo, si trovano in una condizione di partenza favorevole per raggiungere prima di altre aree i requisiti europei di efficienza energetica e di benessere abitativo”, dice il direttore di ANCE Sicilia, Giuseppe La Rosa. L’associazione dei costruttori, prosegue, “vede con favore l’attuazione nell’arcipelago della direttiva europea Case Green in quanto persegue la tutela dell’ambiente e l’abbattimento dei consumi energetici e, quindi, del costo delle bollette dei cittadini. Le isole sono la migliore base di partenza per progetti pilota che mettano insieme varie tecnologie, dai materiali naturali al biogas, e per favorire questo processo, nella fase attuativa della direttiva Ue, il governo nazionale dovrebbe prevedere una misura specifica per le isole minori, così come è stato fatto nel PNRR con la misura Isole Verdi”, valuta La Rosa.

Gli edifici sono come pazienti, non esistono diagnosi e soluzioni tecniche uguali per tutti”, sintetizza Mario Ventimiglia, consulente della CNA, “la direttiva Ue può essere applicata perfettamente alle Eolie, dove l’impiego di materiali naturali fa parte della cultura, non solo delle imprese e dei lavoratori, ma anche degli abitanti. Dunque, qui sarà più facile raggiungere ottimi risultati”.

 

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