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Superbonus nell’occhio del ciclone dopo il recente Decreto Salva-Conti e le dichiarazioni del Ministro Giancarlo Giorgetti che ha spiegato nel corso della conferenza stampa dedicata al DEF 2024: “Il debito pubblico è pesantemente condizionato dai riflessi per cassa del superbonus nei prossimi anni”.

L’introduzione delle nuove disposizioni da parte del Governo ha suscitato numerosi interrogativi tra i proprietari immobiliari, soprattutto in merito alla cessione del credito e allo sconto in fattura.

Per chiarire queste tematiche, il Consigliere Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati, Paolo Biscaro, ha fornito risposte in merito ad Adnkronos/Labitalia e fatto luce sulle nuove normative e le loro implicazioni.

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Cosa cambia per chi ha avviato lavori senza presentare documentazione?

A seguito del decreto n. 39/2024, approvato dal Consiglio dei Ministri, si è stabilito che i cittadini che hanno avviato lavori di ristrutturazione nel 2023 ma non hanno ancora presentato la documentazione necessaria, possono ancora beneficiare dell’agevolazione del 70% se hanno ricevuto e pagato almeno una fattura entro il 4 aprile 2024.

Coloro che invece non hanno effettuato il pagamento nel rispetto dei termini stabiliti, purtroppo, non potranno apportare correzioni o integrazioni, essendo stati esclusi dalla possibilità di usufruire delle agevolazioni previste.

Ricordiamo che il Superbonus è del 70% per tutto il 2024 e del 65% fino al 31 dicembre 2025, in base alla legislazione vigente.

La possibilità di trasmettere documentazione successivamente

Con le nuove misure, è ancora possibile per i beneficiari inviare la documentazione necessaria per usufruire dell’agevolazione del 70%, a patto che le condizioni di pagamento delle fatture siano state rispettate.

Questo si applica anche agli interventi di efficientamento energetico e riduzione del rischio sismico, sia per i lavori definiti “trainanti” sia per quelli “trainati”.

Variazione dei dati e possibilità di modifica

La fermezza delle nuove disposizioni impedisce qualsiasi variazione ai dati fiscali già inviati, cristallizzando la situazione al 4 aprile 2024. Questa decisione riflette la volontà del decreto di implementare misure più stringenti per la tutela della finanza pubblica, limitando le opportunità di rettifica e adeguamento postumo.

Stop alla remissione in bonis.

Stime e impatti sul settore

Attualmente, non esistono stime ufficiali riguardanti il numero di cittadini che hanno intrapreso lavori senza presentare la necessaria documentazione entro il 4 aprile 2024.

Paolo Biscaro, evidenziando l’importanza di bilanciare la tutela dei conti pubblici con la promozione di iniziative volte al recupero energetico, sottolinea come gli strumenti di incentivo possano rappresentare non solo una risposta alle esigenze imposte dal cambiamento climatico ma anche un’opportunità per rilanciare il settore edile. Quest’ultimo, come dimostrato dai dati recenti, gioca un ruolo cruciale nell’economia nazionale, contribuendo significativamente al PIL del Paese.

 

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