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Dopo il colpo inferto d parte degli elettori, per Giuseppe Conte una dura mazzata arriva anche da Banca d’Italia: il tema è quello del superbonus. Secondo quanto emerge da un paper dei ricercatori di Palazzo Koch, 170 miliardi spesi nel periodo 2021-23 per questo tipo di sussidio (circa il 3% del Pil in media d’anno) non si sono “ripagati da soli“: questo sta a significare che, a differenza del refrain raccontato negli ultimi mesi dai 5 Stelle, “le entrate generate dalla spinta all’attività economica indotta dai bonus sono state significativamente inferiore al loro costo lordo per le casse dello Stato“, comportando “un ulteriore accumulo di debito pubblico che dovrà essere ripagato in futuro“.

Superbonus, persi 45 miliardi

Bankitalia prende in esame il “bonus facciate” e il “superbonus 110%”, attivi in Italia dalla seconda metà del 2020 – ovvero durante il governo Conte 2 – che avevano come obiettivo quello di stimolare il settore delle costruzioni attraverso investimenti mirati a migliorare l’efficienza energetica e le caratteristiche antisismiche ed estetiche degli edifici residenziali. I ricercatori hanno confrontato l’andamento della spesa per investimenti residenziali dell’Italia con quello di alcuni paesi europei che non avevano adottato programmi simili. Secondo lo studio, circa un quarto della spesa relativa agli investimenti sussidiati (oltre 45 miliardi) sarebbe stata effettuata anche in assenza degli incentivi. “Questo risultato implica che il moltiplicatore fiscale sia stato inferiore all’unità, ossia che i benefici per il complesso dell’economia in termini di valore aggiunto siano stati più bassi rispetto ai costi sostenuti per le agevolazioni“, viene sottolineato.

Gli incentivi hanno rappresentato circa tre trimestri di crescita del valore aggiunto nel settore delle costruzioni ma, allo stesso tempo, hanno svolto un ruolo limitato in altri settori. Viene comunque sottolineato che l’analisi effettuata non consente una valutazione completa del programma. Ad esempio non vengono quantificate le possibili risposte comportamentali di imprese e famiglie in un contesto caratterizzato da prezzi di input in aumento e lunghi ritardi nell’esecuzione dei lavori di ristrutturazione né sono state affrontate le questioni legate alla trasferibilità dei crediti d’imposta a terzi. Tuttavia è possibile che alcune delle questioni che non sono state prese in esame da Banca d’Italia siano state negative, poiché hanno generato incertezza relativa ai beneficiari finali delle sovvenzioni e alle loro implicazioni sul bilancio pubblico.

Foti: “Confermati i danni del pifferaio Conte”

Ad alzare una verità inconfutabile sul Superbonus provvede, per la prima volta, l’analisi di Bankitalia: una ‘perdita secca’ di 45 miliardi pari a 3 punti di Prodotto interno lordo all’anno“. Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti. Il deputato di centrodestra sottolinea come le entrate fiscali extra derivate dai bonus sono state significativamente inferiori al costo lordo dello stesso per le casse dello Stato. “Svanisce quindi nel nulla la tesi cara al pifferaio del popolo Conte del costo zero del Superbonus, che invece e per contro porta ad un ulteriore aggravamento del debito pubblico che dovrà essere rimborsato in futuro“, prosegue Foti. “Più che chiedere scusa agli elettori del Movimento 5 stelle per l’appoggio al governo Draghi, il leader grillino dovrebbe scusarsi per aver bruciato risorse economiche fondamentali che potevano essere investite in pensioni, nella scuola o nella sanità“, rincara la dose.

A fare fronte “con senso di responsabilità” alla situazione e a riparare a “uno dei tanti danni causati alle casse dello Stato dalla dilettantesca stagione di governo dei 5 Stelle” provvederà il governo Melonila cui autorevole azione è premiata dal consenso degli italiani, oltre ad essere apprezzata in Europa e nei consessi internazionali“.

 

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