L’AQUILA – Si è tenuta ieri mattina presso l’Ordine degli avvocati dell’Aquila una conferenza stampa per presentare le attività dell’OCC (Organismo di Composizione della Crisi da Sovraindebitamento), operativo da febbraio 2022, iscritto al n. 339 della sezione A del relativo Registro degli Organismi con provvedimento del Direttore Generale del Ministero della Giustizia, e fortemente voluto dall’Ordine aquilano.
A fare gli onori di casa il presidente dell’Ordine, l’avvocato Maurizio Capri. Con lui i componenti dell’organismo, gli avvocati Vincenzo De Benedictis che ne è il referente, Alessandro Sansone, Donatella Boccabella, Stefania Pastore, Federico Cinque. L’OCC è un organismo previsto dalla legge e con esso l’Ordine intende “affrontare il grave problema sociale di quanti si trovino in stato di insolvenza, ma non possano accedere alla procedure concorsuali previste dalla c.d. Legge fallimentare” ha spiegato il presidente Capri.
L’organismo, che è imparziale rispetto alle parti, aiuta il cittadino a costruire un piano che gli permette di uscire da una situazione debitoria che rischia di trascinarsi a vita e avviare spirali negative che spesso sfociano nel ricorso all’usura o altri drammi. “Facilitare il percorso del debitore verso l’accesso a procedure che consentano di non essere indebitato a vita – il commento del referente dell’Organismo, avvocato De Benedictis – di rientrare nella vita economica e sociale. A stabilire se il piano è fattibile poi è sempre il Tribunale nella persona del giudice delegato”.
La legge prevede diversi percorsi attivabili, dal piano del consumatore alla liquidazione del patrimonio all’esdebitazione del debitore totalmente incapiente. Per ognuno devono ovviamente ricorrere particolari condizioni e requisiti.
Ad occuparsi di questo accompagnamento sono i cosiddetti gestori della crisi, avvocati, dieci per il momento nel territorio aquilano, specializzati e formati in questo tipo di settore. Questi ricostruiscono la situazione debitoria e patrimoniale e aiutano poi stilare un piano.
L’organismo prevede dei costi di accesso, circa 300 euro, e poi in base all’entità della pratica in base ad un tariffario stilato in analogia delle tabelle dei curatori fallimentari. Rimane aperta, c’è bisogno di un intervento del legislatore in tal senso, la questione del gratuito patrocinio cui il debitore in questa fase, precedente un giudizio, non può ancora accedere. Un vulnus che può limitare le potenzialità dell’organismo.
Dopo il lavoro preparatorio il gestore stila il piano e in caso di approvazione da parte del tribunale vengono sospese le eventuali azioni in essere nei confronti del cittadino indebitato.
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