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Sospeso il decreto ingiuntivo, nonostante fosse già passato in giudicato, a carico di due residenti in provincia di Brindisi. E’ accaduto nel corso di una causa inerente una opposizione tardiva. Con ordinanza della quarta sezione civile del Tribunale di Bari (giudice Michele De Palma) è stata riconosciuta la qualifica di consumatori in capo ai soci minoritari di una sas che avevano sottoscritto due fideiussioni a garanzia di un rapporto di conto corrente e un finanziamento con un istituto di credito. E questo, come si vedrà in seguito, è un aspetto dirimente.

Questi i fatti. Avvalendosi di un decreto ingiuntivo passato in giudicato in quanto non opposto nei termini di legge, l’istituto di credito ha intrapreso un’azione esecutiva davanti al Tribunale di Brindisi contro i soci minoritari di una sas (entrambi residenti in provincia di Brindisi) che, a garanzia di un rapporto di conto corrente e di un finanziamento accesi nell’anno 2009, avevano sottoscritto due fideiussioni omnibus.

A questo punto i garanti, che si sono avvalsi dei principi stabiliti da una recente sentenza delle sezioni unite della Cassazione, la numero 9.479 dell’aprile 2023, hanno chiesto, per il tramite degli avvocati Giuseppe D’Ippolito e Cosimo Bianco, al giudice esecutore del Tribunale di Brindisi di sospendere l’esecuzione in atto al fine di poter procedere con l’opposizione tardiva al decreto ingiuntivo. In questo modo avrebbero potuto ottenere dal giudice del Tribunale che a suo tempo lo aveva emesso, ossia il Tribunale di Bari, il controllo circa la presenza di clausole abusive inserite nei contratti di fideiussione da essi sottoscritti nel lontano 2009.

Il giudice del Tribunale di Brindisi, Stefano Sales, accogliedo la richiesta, ha concesso il termine di 40 giorni per presentare l’opposizione che ritualmente è stata interposta. Fissata l’udienza davanti al Tribunale di Bari, il giudice Michele De Palma, celebrata la prima udienza, ha ritenuto che la sospensione potesse essere concessa poiché, ferma ogni possibile diversa determinazione alla stregua di una valutazione a cognizione piena, dalla documentazione in atti emerge, ad un primo esame, che al momento della sottoscrizioni delle fideiussioni in questione i due opponenti erano soci accomandanti l’uno al 25 per cento e l’altro al 20 per cento, sicché appare possano rivestire la qualifica di consumatori e che la clausola derogatoria della competenza appaia in contrasto con la disciplina consumeristica.

In ragione di ciò il decreto ingiuntivo non ha di fatto più le caratteristiche di titolo esecutivo, per questo c’è stata la definitiva sospensione dell’esecuzione pendente innanzi al Tribunale di Brindisi con totale liberazione dei garanti. L’avvocato D’Ippolito spiega che ciò è stato possibile grazie alla “sentenza rivoluzionaria delle sezioni unite della Cassazione sul giudicato implicito. Tutti coloro che si trovano imbrigliati nelle maglie di un pignoramento per aver sottoscritto una fideiussione a garanzia di un credito vantato dalla banca, anche se non hanno presentato opposizione al decreto ingiuntivo, possono, se rivestono la qualifica di consumatori, chiedere di essere rimessi in termini per far valere l’abusivita delle clausole presenti nelle garanzie sottoscritte e liberarsi da ogni impegno”.

 

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