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In principio erano voci critiche nella maggioranza sulla proposta dei pignoramenti sprint del Fisco. È la Lega a prendere posizione, tramite il vicesegretario Andrea Crippa: “Io non sono a favore di mettere le mani nei conti correnti della gente, ma vediamo cosa ci sarà scritto nella Manovra. Non penso si vada in quella direzione” ha dichiarato commentando la bozza che contiene la misura per consentire al fisco di accedere direttamente ai conti correnti, per verificarne la disponibilità, prima di effettuare un pignoramento. Poi interviene Salvini smentendo perentorio il provvedimento e Palazzo Chigi che ridimensiona definendolo un “efficientamento delle procedure”. In serata poi trapela che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, appena ha visto ‘in una delle tante bozze’ il provvedimento sul prelievo forzoso l’ha bloccato. “Non se ne parla, questa norma non passa”, avrebbe detto la premier.

I malumori nella maggioranza

“Sono voci che si rincorrono, vediamo il testo – aveva detto Crippa parlando in Transatlantico alla Camera -. Secondo me andare a fare i prelievi forzosi nei conti correnti non è nei nostri valori e nei nostri principi. Matteo Salvini parla di pace fiscale…”. E proprio Matteo Salvini interviene per assicurare che “non ci saranno incursioni sui conti corrente”. Un’affermazione in linea con quanto fatto trapelare da Palazzo Chigi: la misura, secondo fonti della presidenza, “si limita a prevedere la possibilità di utilizzo di strumenti informatici per efficientare strumenti già esistenti” usati “per il recupero d’importi” di “cartelle esattoriali per le quali il contribuente non ha presentato ricorso e non ha ottenuto una sospensione giudiziale”.

Perplessità nella maggioranza trapelano anche da Forza Italia: “Siamo storicamente contro l’aumento della pressione fiscale e contro l’oppressione fiscale: per questo motivo, una volta letta la manovra nella sua versione definitiva, occorrerà eventualmente intervenire se la misura sul pignoramento, al pari della cedolare secca, dovesse andare contro i principi che ispirano e guidano la nostra azione politica”, dice Giorgio Mulè.

Critiche dall’opposizione

Contesta i prelievi forzosi anche Italia Viva: “Credo sia scandalosa una riforma di questo tipo. Altro che Stato liberale. Altro che liberali al governo”, protesta il deputato Davide Faraone. In un video su Instagram si rivolge agli utenti: “”Quante volte vi è capitato di ricevere a casa cartelle da parte del fisco in cui vi chiedono somme non dovute perché prescritte o la cartella è sbagliata o non siete il giusto destinatario? Finora avete avuto solo il fastidio di comunicare l’errore” ma, aggiunge, se dovesse passare la norma, “entreranno invece nei conti correnti e vi preleveranno la somma. Poi starà a voi dimostrare che hanno sbagliato ed eventualmente vi restituiranno le risorse”.

Temono un impiego “a strascico” della misura il senatore Mario Turco, vicepresidente del M5S, e il deputato Emiliano Fenu, capogruppo M5S in commissione Finanze della Camera: “Con questa nuova impostazione il contribuente rischia di veder compromesso il suo diritto di difesa”, affermano, indicando come più esposti “i contribuenti più fragili e in difficoltà”. “Non possiamo accettare – dichiarano i due pentastellati – un assetto normativo che rischia di delineare una situazione a dir poco asimmetrica e che rischia di configurare uno sconvolgimento dei principi”.

 

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