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Per la maggior parte degli intervistati la Direttiva Case Green può rivelarsi una grande opportunità di rigenerazione urbana

(Rinnovabili.it) – Il 56% degli italiani intenzionati ad acquistare investirà in abitazioni in Classe A. E il 55% conclude che non conviene comprare casa in classe G, escludendo dalle scelte di acquisto gli immobili con le prestazioni peggiori.
Questa la fotografia del mercato delle compravendite immobiliari scattata da un sondaggio commissionato da Confindustria Assoimmobiliare all’Istituto di ricerca SWG. L’intenzione era proprio quella di ricostruire la percezione degli italiani circa gli effetti sul mercato immobiliare della nuova Direttiva sulle Case Green.

L’iter di approvazione è ancora lungo, ma sin da ora si percepiscono gli effetti a lungo termine che orienteranno il comparto edilizio nei prossimi anni.

La Direttiva EPBD sulle Prestazioni Energetiche degli Edifici punta a decarbonizzare il settore immobiliare entro il 2050, passando attraverso vari paletti intermedi che vedono il 2033 quale anno cruciale di svolta entro il quale tutti gli edifici residenziali dovranno essere almeno in Classe D. E se è vero che il 75% degli immobili esistenti in Europa è inefficiente dal punto di vista energetico, è chiaro che presto assisteremo ad una scrematura degli immobili meno performanti.

Escluso l’acquisto di case in classe G, anche se costano meno

credits: Indagine SWG Confindustria Assoimmobiliare

Il dato riportato dall’indagine SWG è significativo. Per oltre la metà degli intervistati non conviene comprare casa in Classe G, anzi l’immobile verrebbe escluso dalla ricerca anche se costasse di meno. Ad alzare i prezzi sarà inoltre la mancanza di case Green. Secondo il 67% degli intervistati oggi in Italia ci sono poche abitazioni efficienti a disposizione di coloro che vogliono acquistare. Ecco perchè, per il 71%, tutte le nuove abitazioni dovrebbero essere costruite in classe A.

Una volta approvata, la Direttiva UE Case Green dovrà essere recepita da ciascuno Stato Membro, inserendo a quel punto clausole e obblighi in base al patrimonio immobiliare nazionale, ma che rendano fattibile una ristrutturazione totale entro il 2050.

Non sarà necessario arrivare a questo punto per leggere le ripercussioni sul mercato, dato che per i due terzi degli intervistati (67%) le case energeticamente meno efficienti subiranno forti perdite di valore nei prossimi anni. Inoltre sarà più costoso ristrutturare (66%) e nessuno vorrà più accollarsi l’acquisto di immobili nelle classi più basse (59%).

Gli incentivi fiscali come unica soluzione

Dall’indagine SWG emerge un alto punto cruciale: il 60% degli intervistati si aspetta che verranno introdotti incentivi per la ristrutturazione e per costruirne di nuove in classe A.

Leggi anche Entro il 2030 quasi tutti dovremo avviare una ristrutturazione edilizia a casa

Una strada obbligata per quel 47% degli intervistati che attualmente vive in Classe E o G, ma che dichiarano di essere nell’impossibilità economica di far fronte a una ristrutturazione o ad un nuovo acquisto. Non avendo altre scelte, questa abbondante fetta di mercato, è disposta a rimanere nella propria casa anche se ne diminuisce il valore ed anche se i costi energetici da sostenere saranno più alti.

Tra i proprietari di case in classe energetica bassa solo l’11% si dichiara pronto a vendere per acquistare in classe A. Il 42% è invece pronto ad affrontare una riqualificazione energetica.

Nel complesso la Direttiva è vista come una grande opportunità per rinnovare il patrimonio residenziale italiano (58%) e potrebbe essere l’occasione per rigenerare zone delle città oggi in stato di degrado (56%).

 

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