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La possibilità concessa dal decreto Ristori di fruire dell’esdebitazione senza utilità: chi ne ha diritto, a quali condizioni e dove presentare domanda.

Il decreto Dignità, entrato in vigore il 14 luglio 2018, prevedeva il divieto assoluto di pubblicizzare in qualsiasi modo il gioco d’azzardo. Eppure, a distanza di tempo, la ludopatia continua a rovinare la vita di centinaia di migliaia di persone. Giocatori incalliti che dilapidano il proprio patrimonio tentando un improbabile colpo di fortuna. Le vittime di questo tipo di dipendenza sono stimate in almeno un milione e mezzo. A cascata, per campare o per portare avanti la famiglia o la loro attività, spesso cadono nella ragnatela degli usurai. Insomma, un pozzo senza fondo dal quale non sempre è facile uscire. Tuttavia, ora c’è la possibilità – in alcuni casi e a determinate condizioni – di porre la parola fine alla perversa spirale del

debito di gioco: come azzerarlo senza pagare lo spiega il decreto Ristori convertito in legge dal Parlamento.

Già in passato, la giurisprudenza ha ammesso il ludopatico al procedimento di esdebitazione, presumendo che si potesse escludere la loro colpevolezza rispetto al debito assunto. È proprio su questa base, sull’assenza di una colpa grave, che questi soggetti potranno ottenere da un giudice il titolo di «persona meritevole» dell’esdebitazione senza utilità. Ecco, allora, come si può azzerare il debito di gioco senza pagarlo e quali sono le condizioni richieste.

La piaga della ludopatia in Italia

Cosa fa la maggior parte dei giocatori che tentano la fortuna ai videopoker o alle scommesse (anche online) e vince un po’ di soldi? La stragrande maggioranza li ributta nel gioco nella speranza di vederli moltiplicati. È così che si diventa ludopatici, cioè dipendenti dal gioco. Una piaga che nel nostro Paese interessa circa un milione e mezzo di persone, di cui appena il 10% decide di curarsi. Un mix di

malattia e di fenomeno a rischio sociale che distrugge non solo il portafoglio delle vittime ma anche la loro personalità.

In Italia, da una parte è vietata la pubblicità del gioco d’azzardo grazie al decreto Dignità del 2018, dall’altra, lo Stato continua a incassare fior di quattrini con le tasse applicate proprio sul gioco d’azzardo legale: nel 2019 (ultimo dato disponibile), sono entrate nelle casse dell’Erario pubblico oltre 110 miliardi di euro, il 3,5% in più rispetto all’anno precedente. Tanto per restare in tema, «il banco vince sempre».

A perdere, invece, è chi non riesce a smettere di giocare e si rovina la vita. La ludopatia, infatti, comporta problemi di depressione, attacchi di panico e tutte le patologie collegate allo stress, dall’ulcera all’ipertensione. Il posto di lavoro va spesso in fumo a causa di un carattere rovinato dall’ansia da gioco, le famiglie saltano in aria, gli usurai si sfregano le mani, il cappio al collo del debito contratto stringe sempre di più.

Come azzerare il debito di gioco

Il decreto Ristori convertito in legge cerca di allentare il nodo di quel cappio al collo dando la possibilità di

azzerare il debito di gioco senza pagare, attraverso l’esdebitazione senza utilità. Tuttavia, ci devono essere determinati requisiti per avere questa possibilità.

Innanzitutto, la persona fisica può chiedere una sola volta l’azzeramento del debito e non deve essere in grado di offrire ai creditori alcuna utilità, diretta o indiretta, nemmeno in prospettiva futura. In altre parole, deve provare che non è e non sarà in grado di ripianare il suo debito.

Un impegno, però, lo deve prendere: quello di pagare quanto dovuto entro quattro anni nel caso in cui «sopravvengano utilità rilevanti che consentano il soddisfacimento dei creditori in misura non inferiore al 10 per cento». Restano esclusi da queste utilità i finanziamenti, in qualsiasi forma erogati, le spese di produzione del reddito (quelle, ad esempio, per andare a guadagnarsi lo stipendio come la benzina, la manutenzione dell’auto oppure il trasporto pubblico, i vestiti nel caso fosse obbligato a presentarsi al lavoro con un certo tipo di abbigliamento, ecc.), oltre all’occorrente per mantenere la famiglia (affitto, tasse, cibo, vestiario, scuola dei bambini, ecc.).

Azzerare il debito di gioco: la domanda da presentare

Per accedere al beneficio che consente di azzerare il debito di gioco senza pagare, occorre presentare domanda presso il tribunale competente per territorio, vale a dire quello del luogo in cui si ha la residenza. Il debitore dovrà essere assistito dall’Organismo di composizione delle crisi, il quale sarà tenuto a presentare una relazione in cui vengono certificate la completezza e l’attendibilità dei documenti allegati alla domanda. Va anche motivato l’indebitamento ed attestata l’incapacità di affrontarlo.

Dopodiché, come si diceva in precedenza, il giudice deve dichiarare il richiedente «meritevole», cioè libero da atti in frode o da debiti con dolo o colpa grave. È qui che il magistrato decide se il soggetto che ha presentato la domanda può essere ritenuto non colpevole del debito assunto, ad esempio, per patologia.

Il provvedimento, infine, indicherà modalità e termini delle dichiarazioni annuali relative alle sopravvenienze in grado di consentire il pagamento dei debiti nei successivi quattro anni nella misura di almeno il 10%.

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