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“Da oggi gli italiani possono andare in tutti i Comuni per chiedere come sanare i piccoli problemi nelle loro case”, lo ha detto Matteo Salvini a proposito del decreto Salva casa, appena entrato in vigore. In attesa della conversione in legge dal Parlamento, la Lega ha preparato una serie di emendamenti per allargare le maglie della sanatoria. Vediamo di cosa si tratta.

“Il decreto salva-casa è operativo, da oggi gli italiani possono andare in tutti i comuni per chiedere come regolarizzare e sanare i piccoli problemi interni alla loro abitazione”. Ad assicurarlo è il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. “Si può andare in comune oggi, il decreto aiuterà tanti italiani, ha aggiunto, in tanti stanno andando in comune e tornano finalmente pienamente padroni di casa loro”, ha aggiunto.

Il decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 29 maggio dopo il via libera del Consiglio dei ministri, è entrato immediatamente in vigore, prima di approdare in Parlamento dove affronterà l’iter di conversione in legge. Il testo passerà al vaglio delle Commissioni a partire dalla prossima settimana, una volta concluso il weekend elettorale.

Intanto la Lega ha già preparato un pacchetto di emendamenti che intendono semplificare ulteriormente il decreto e allargare le maglie della sanatoria. Quello dell’edilizia per il leader del Carroccio sembra esser ormai diventato uno dei suoi cavalli di battaglia, tanto da aver proposto di rinominare il suo ministero da Mit a Mite. “Un domani, chiuso il ‘Salva-casa’, e ampliato il perimetro occupandoci anche di edilizia popolare, edilizia sociale, edilizia residenziale pubblica, magari, perchè no, potremmo anche aggiungere al ministero delle Infrastrutture dei Trasporti, anche la ‘E’ di edilizia. Ci facciamo pienamente carico dell’onore e dell’onere di presidiare, difendere, valorizzare il patrimonio abitativo ed edilizio italiano”, ha dichiarato il ministro. “Me lo chiedono tante categorie professionali- che vogliono un unico ministero di riferimento per quello che riguarda l’edilizia”.

Le novità proposte dalla Lega: abitabilità, tolleranze e cambio d’uso

Tra le modifiche che la Lega intende apportare al testo del decreto, un primo punto riguarda i requisiti minimi per l‘abitabilità. Questi nelle previsioni del Carroccio passerebbero da 28 a 20 i metri quadri per i monolocali in cui abita una sola persona, da 38 a 28 se ad abitarci sono in due. Anche l’altezza minima dei soffitti scenderebbe da 2,70 metri a 2,40, estendendo tale limite (già presente per alcune tipologie di spazi) a qualsiasi ambiente in cui “vi siano condizioni di aerazione e luminosità tali da consentire l’abitabilità dell’unità immobiliare”.

Per quanto riguarda il rilascio del certificato di agibilità inoltre, dal Carroccio prevedono che una volta ottenuto, a seguito di una verifica del Comune o della Asl che non rilevi sostanziali irregolarità, “nessuno potrà dirmi, in un secondo momento, che il mio immobile non è conforme”. Saranno previste poi ulteriori “forme semplificate” per la messa in regola delle piccole irregolarità presenti negli immobili realizzati prima del 1977: la regolarizzazione sarà possibile dietro il pagamento di una sanzione pecuniaria pari al doppio dell’aumento del valore dell’edificio.

Novità in arrivo anche per il cambio di destinazione d’uso. In particolare, per quanto riguarda i locali al piano terra la Lega intende consentire i lavori per “ricavarne un’abitazione”. Una modifica proposta per soddisfare le richieste dei Comuni, soprattuto nei centri storici e nei piccoli borghi, a rischio spopolamento. Secondo l’emendamento, le amministrazioni potranno “vincolare il cambio di destinazione d’uso al rispetto di specifiche condizioni”. Occorrerà fare attenzione, infatti ,agli effetti che la norma potrebbe avere nei diversi contesti urbani, assicurandosi che il suo utilizzo resti orientato alla riqualificazione dei centri abitati.

A vedere ridimensionati le proprie prerogative saranno le Regioni che oggi possono esercitare un potere sostitutivo nei confronti dei Comuni e intervenire nel rilascio dei permessi a costruire, annullandoli. Per questo motivo dalla Lega puntano a ridurre i tempi per l’esercizio di tale potere e “assicurare la certezza dei diritti delle famiglie che hanno già ricevuto un titolo abilitativo da parte del comune”.

Il decreto mette mano anche alle tolleranze costruttive che salgono dal 2% al 3% per le abitazioni con una superficie tra i 300 e 500 metri quadri, al 4% per quelle tra 100 e 300 metri, fino al 5% per le superfici inferiori ai 100 metri quadri. Il piano Salva-casa finora operativo solo per gli interventi realizzati prima del 24 maggio potrebbe estendere il suo raggio di applicazione anche ai lavori svolti successivamente.



 

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