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È arrivata la stretta del Governo sul Superbonus 110, con regole più severe per quanto riguarda lo sconto in fattura e la cessione del credito. I crediti fiscali non potranno infatti più essere detratti in quattro anni, ma in dieci, e inoltre l’ultimo decreto riduce anche il bonus ristrutturazioni al 30%, a partire dal 2028. Lo strumento del Superbonus 110, entrato in vigore nel 2020, continua a generare polemiche. Da un lato ha avuto il merito di dare una grande spinta al settore edilizio, ma d’altra parte ha causato un allentamento riguardo alla sicurezza dei lavoratori. Nei primi mesi del 2024 infatti gli infortuni nella nostra provincia sono aumentati del 9% e, secondo dati del Ministero del Lavoro, il tasso di irregolarità nelle imprese, impegnate in lavori connessi al Superbonus, ha superato l’85%. Per approfondire queste tematiche abbiamo incontrato Roberto Casanova, segretario generale della Filca Cisl Romagna.

Roberto Casanova (Cisl Romagna): “Le unità abitative popolari sono quelle che ne hanno usufruito meno”

«Sicuramente – commenta Casanova – il Superbonus è stato uno strumento importante per uscire dalla crisi del covid e dare nuova linfa al settore edilizio. Basti pensare che, in provincia di Ravenna, nel 2019 c’erano 517 imprese edili e ora sono 722 mentre i lavoratori sono raddoppiati, passando da circa 2mila a 4mila. Però, sotto certi aspetti, ha rappresentato un’occasione mancata perché dai dati emerge che le unità abitative popolari sono quelle che ne hanno usufruito di meno, nonostante la necessità maggiore di interventi edilizi. Doveva essere uno strumento per favorire interventi di efficientamento energetico e adeguamento antisismico, non certo ristrutturazioni di seconde case. Proprio per evitare queste distorsioni, come sindacato, avevamo chiesto di essere più coinvolti fin dalla stesura del provvedimento».

Il tema degli infortuni

Per quanto riguarda invece la salute dei lavoratori «doveva esserci un’attenzione maggiore alla sicurezza e alla formazione di chi lavora in cantiere, soprattutto in un contesto che vede l’82% delle aziende sotto i cinque dipendenti, i lavoratori, nel comparto edilizio, sempre più anziani, con un’età media di 55 anni e le tempistiche strette imposte dal Superbonus 110». C’è poi, anche nella nostra provincia, il tema delle malattie professionali che «sono in aumento, non solo nel settore edilizio e spesso vengono tenute nascoste dai lavoratori che temono di perdere il proprio posto di lavoro. Ci tengo a dire – sottolinea però Casanova – che la provincia di Ravenna rimane ancora un territorio virtuoso, con un sistema di controlli che funziona bene».

Nel nostro territorio inoltre i cantieri legati al Superbonus si intrecciano con quelli legati alla ricostruzione, pubblica e privata, post alluvione con conseguenti carichi di lavoro importanti per le imprese edili. «Il processo di ricostruzione che è partito in tanti comuni della Romagna ha comportato molto lavoro per le imprese del settore edile, con dei picchi inevitabili che comportano un innalzamento del rischio di infortuni e, in certi casi, la difficoltà nel rispettare le tempistiche, garantendo un lavoro di qualità».

“Il nuovo decreto governativo avrà ricadute negative”

Oltre alla salute e sicurezza dei lavoratori, a preoccupare il sindacato è però anche l’ultimo decreto governativo. «Il governo, in modo ideologico – commenta Casanova – ha decisamente tirato il freno e questo avrà delle ricadute negative sull’intero settore, anche dal punto di vista occupazionale, con il rischio dunque che inizino a esserci dei licenziamenti. Il Superbonus 110 è nato con degli errori che andavano corretti, ma questo non è il modo giusto per intervenire e risolvere le criticità. La speranza è che un nuovo strumento importante per il settore ma anche per cogliere quelle occasioni perse con il Superbonus possa essere la direttiva europea “Case Green”».

All’orizzonte ora per la Filca Cisl, che continua a investire, mettendo a disposizione delle imprese fondi per la formazione dei lavoratori, c’è l’importante partita del rinnovo del contratto dell’edilizia. «Sicurezza e formazione dei lavoratori saranno ovviamente al primo posto – conclude Casanova – ma chiederemo anche un equo adeguamento economico, per permettere ai lavoratori di recuperare il potere d’acquisto eroso dall’inflazione».

Samuele Bondi

 

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